“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Le Ceneri della scienza
L'immane tragedia che ha distrutto la Città della Scienza. L'ombra della camorra dietro l'incendio
BLUES CULTURALE ( NON SOLO). E’ una settimana che mi è stato chiesto di scrivere un articolo su Città della Scienza. Mi è stato chiesto a caldo, quando le macerie dell’ormai “ex” museo erano ancora fumanti. Ora, dopo una settimana di incessanti piogge, a ceneri divenute infine fango, mi riscopro ancora a cercare le parole da scrivere…E’ ovvio che non trovo le parole, ma non perché non saprei cosa dire, ma perché negli anni, “noi” napoletani abbiamo detto troppo… detto “assai”, ma fatto poco, pochissimo…Mi ritrovo come chi ha urlato talmente tanto per protestare contro qualcosa che non và, che quando infine ha la possibilità di parlare per esprimere le proprie ragioni, non ha più voce ed è costretto a cedere la parola.
COME FUNZIONA A NAPOLI. Per uscire da questa impasse, invece di parlare di Città della Scienza, vi descriverò come funzionano le cose qui, almeno per ciò che concerne ciò di cui mi occupo, la cultura. Perché il rogo di città della Scienza è solo il culmine di una politica culturale sbagliata, da decenni. La Campania è una delle regioni italiane dalla maggiore offerta turistica differenziata: nella sola Provincia di Napoli – nonostante sia la provincia più inquinata, caotica e aggredita dalla speculazione edilizia d’Italia - è possibile ritrovare beni culturali (e paesaggistici) di qualsiasi periodo storico e di qualsiasi natura (soprattutto se a quello provinciale si aggiunge un territorio che si estende per circa 20 km oltre i suoi confini); nel solo centro storico di Napoli, in un’area di 2x2 km quadrati è possibile osservare ritrovamenti preistorici, greci, romani, medioevali, rinascimentali, barocchi, settecenteschi, neoclassici e contemporanei sovrapposti come in un palinsesto.
I "GIOIELLI" DELLA CAMPANIA. Pompei, Capri, Sorrento e la Costiera amalfitana, considerati nel loro insieme, sono in grado di attrarre più turisti internazionali di qualsiasi altra zona italiana. I turisti giapponesi, nelle loro “vacanze lampo”, trascorrono in media una sola notte a Roma, una a Firenze, una a Venezia e ben tre nell’area di Napoli. La città è diventata anche la capitale nel turismo crocieristico nel mediterraneo, grazie alla sua collocazione al centro del Mar Mediterraneo, ma anche per l’offerta enorme di escursioni che da qui partono, rispetto a qualunque altro porto europeo o nordafricano. L’offerta c’è, è vastissima, è questo vuol dire che si potrebbe costruire un indotto economico dalle dimensioni inimmaginabili per qualunque altra area del mondo. A questa offerta però non corrispondono adeguati servizi e dunque non corrispondono adeguati risultati.
COSE DI CUI VERGOGNARSI. Mi vergogno a vedere le file kilometriche di turisti alle biglietterie di
Pompei in alta stagione. File che so non essere dovute solo al numero di turisti che arrivano. Mi vergogno perché nel 2013, in uno dei siti archeologici più famosi e visitati al mondo, nel luogo dove ha avuto origine il turismo archeologico internazionale, non è ancora possibile pagare un biglietto con la carta di credito, con valuta straniera o prenotarlo e acquistarlo via internet. E come tutti sapete, gli edifici di Pompei si stanno letteralmente sbriciolando… Mi vergogno a dire ai turisti che accompagno in città di usare la metropolitana urbana o suburbana, perché con una rete ferroviaria di 11 linee, da fare invidia a qualunque capitale europea (tra 3 urbane, 2 suburbane nell’area nord, due nell’area sud e 4 funicolari), con stazioni “dell’arte” (quelle costruite negli ultimi 15 anni) che sono dei musei d’arte contemporanea, non si sa se i treni passeranno o non passeranno perché macchinisti e impiegati ferroviari sono in continua agitazione, dovuta alla mancanza di pagamento degli stipendi da mesi. Come dargli torto del resto! (Nella stessa situazione erano anche gli impiegati di Città della Scienza).
A CHI RECLAMARE? Potrei elencarvi una infinità di disservizi per ogni museo, chiesa o monumento della città, potrei dirvi di ogni singola difficoltà che i turisti incontrano qui per la cattiva gestione dei trasporti, della sicurezza, della gestione dei rifiuti (ho visto turisti americani disperati di dover lasciare lattine di coca cola lungo la strada per la mancanza di cestini dei rifiuti).A chi presentare reclamo? Con chi prendersela per tutti questi disservizi? A chi andare a spiegare come si dovrebbe lavorare? Dovremmo forse rivolgerci ai quei funzionari regionali e ministeriali che considerano i fondi europei per la formazione o le risorse internazionali che arrivano per siti protetti dall’UNESCO (e in questa zona ne abbiamo ben 4 tra i più estesi del mondo) una “mucca da mungere” (grandi quantità di soldi da “intascare” senza alcun vero interesse per la qualità e necessità dei servizi offerti)? Provate voi a farvi ricevere in Regione o nelle Soprintendenze avendo lamentele da esporre o consigli per migliorare la gestione delle risorse!
LA CAMORRA E LA "CITTA DELLA SCIENZA". A Città della Scienza si faceva poca ricerca, molta divulgazione e formazione, ma sempre con il criteri della cosiddetta “mucca da mungere”. Si badi, il museo era un luogo eccezionale, a cominciare dagli edifici che l’ospitavano, grande esempio di recupero di archeologia industriale: un luogo magico per i bambini, dove apprendere giocando; la sede ideale per le nuove imprese in start-up, raccolte tutte insieme nel cosiddetto “incubatore”; e Bagnoli tutta, con l’area dismessa delle acciaierie, era la zona di Napoli dalle maggiori potenzialità di recupero e crescita urbanistica, paesaggistica e culturale. Tuttavia si era fatto e si faceva ben poco, pochissimo, rispetto ai finanziamenti stanziati. Poco importa che Città della Scienza sia andata in fumo per opera della Camorra, oppure no. Quel Museo era, ed è anche adesso che è bruciato, l’esempio di come si amministrano (male) i beni culturali in questa regione. Ora Città della Scienza non c’è più. In fumo sono andate le prospettive di recupero e crescita dell’intera città.
DA DOVE RIPARTIRE? Da dove ricominciare ora? Esiste ancora un sito di Città della Scienza che non è bruciato, quello virtuale, ci sono ancora persone che ci lavorano e che lo aggiornano. Un museo – è bene ricordarlo – non lo fa una sede fisica, ma le persone che lo organizzano e quelle che lo visitano e quelle non sono andate in fumo…
M.I.