Latte sardo

La protesta dei pastori sardi arriva a Montecitorio. Salvini organizza un incontro al Viminale ma sullo sfondo ci sono le elezioni regionali, secondo test elettorale dopo l' Abruzzo

Latte sardo

LATTE SARDO. Dopo la protesta dei pastori sardi, che platealmente hanno riversato ettolitri di latte di pecora nelle strade, è arrivata la solidarietà degli studenti e di molti sindaci isolani. La protesta si è trasferita poi  a Roma, in piazza Montecitorio, dove sono scesi a manifestare insieme ai pastori anche gli olivicoltori pugliesi, messi in ginocchio dal maltempo e la Coldirietti. Alla base della pacifica manifestazione degli allevatori ci sono la caduta del prezzo del latte (sceso dagli 85 centesimi al litro della fine del 2017 agli attuali 60 centesimi al litro, corrisposti  dagli industriali caseari agli allevatori) e lo squilibrio tra offerta e domanda di latte e quindi, di pecorino romano dop che viene esportato in consistenti quantità nei mercati esteri tra cui gli USA. Per porre un freno alla crisi della produzione di latte, che in Sardegna assume un importante ruolo nell’economia isolana (2,5 milioni di capi allevati e 3 milioni di litri di latte l’anno), è necessaria una regolamentazione tra domanda e offerta sia di latte che di formaggio pecorino romano, che assorbe quasi il 60% della produzione di latte di pecora. Un po’ come avviene oggi nella produzione di latte vaccino destinato al formaggio parmigiano. I pastori sardi hanno scelto oculatamente il momento di intervenire con la protesta facendola coincidere con le elezioni regionali del prossimo 24 febbraio in modo da coinvolgere governo e partiti, alla soluzione della crisi, in fibrillazione per l’esito del voto sardo (secondo test elettorale dopo quello abruzzese che, come è noto, ha sconvolto gli equilibri politici consolidati. Infatti il premier Conte, Barbara Lezzi (in quota 5Stelle) Ministro per il Sud e Gian Marco Centinaio (in quota Lega) Ministro per le politiche agricole, hanno convocato un tavolo con le rappresentanze di pastori e industriali caseari per il 21 prossimo tre giorni prima delle votazioni. Il leader del Carroccio, Salvini, dismesse le varie giubbe, non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione per consolidare e accrescere il suo potere elettorale mettendo becco anche nella crisi del latte sardo convocando, manco a dirlo, un incontro al Viminale con rappresentanze delle parti interessate assicurandole che “lavoro per una soluzione entro 48 ore per restituire dignità e lavoro ai sardi”.

CM