“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Latitante pericoloso incastrato dalla sezione Catturandi
L'uomo, un 64enne pescarese con precedenti giudiziari di violenza, si nascondeva in via Osento: deve scontare una condanna a sei anni di carcere
SI NASCONDEVA PER EVITARE IL CARCERE. ARRESTATO PERICOLOSO RICERCATO. Ieri sera, poco prima della mezzanotte, gli uomini della Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Pescara hanno arrestato un pescarese di 64 anni, pluri-pregiudicato.
IL PRECEDENTE. Nel 2002 l'uomo aveva selvaggiamente aggredito un uomo in strada, al culmine di una lite scaturita per futili motivi. Per questo era stato condannato ad una pena definitiva di sei anni e mezzo di reclusione per lesioni aggravate, ma da circa un mese si era reso irreperibile, avendo abbandonato la sua abitazione di Via Osento.
L'ERRORE. A tradirlo, però, è stato un particolare che non è sfuggito agli occhi attenti degli investigatori che, nei giorni scorsi, in occasione di uno degli appostamenti effettuati sotto la casa del ricercato, hanno notato che la cassetta della posta, rispetto ad un precedente controllo, era stata svuotata. A quel punto i poliziotti hanno pensato ad uno stratagemma, ed hanno scollegato l’energia elettrica, scoprendo, tra l’altro, che l'uomo si era collegato abusivamente al contatore condominiale. Così, quando ieri sera, hanno notato che i cavi elettrici erano stati riallacciati, hanno deciso di intervenire e, dopo aver bussato insistentemente senza ottenere risposta, hanno sfondato la porta dell’appartamento, trovando l’uomo nascosto dietro la porta della camera da letto, inutilmente camuffato dai grossi baffi che si era lasciato crescere nel frattempo.
IL CURRICULUM. Nel passato dell'arrestato figura una lunga serie di reati, tra cui altri gravi episodi di violenza. Il più eclatante risale all’agosto del 2011, quando a Montesilvano sparò due colpi di fucile contro la sua ex compagna ucraina, che rimase ferita gravemente alle gambe, non avendo accettato il fatto di essere stato lasciato. Quel fatto di sangue, per il quale l’uomo venne arrestato in flagranza sempre dalla Squadra Mobile, fu preceduto da una lunga serie di minacce, pedinamenti e molestie. Un analogo episodio si verificò nel giugno del 2009, quando, sul lungomare di Pescara, tentò di investire un’altra sua ex, anche lei ucraina e pure lei “colpevole” di averlo lasciato. Anche quella volta la donna era stata destinataria di numerose minacce e atti di molestia.
Redazione Independent