“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La stupenda Atri, città d'arte d'Abruzzo, che sprofonda nella crisi e nella povertà
Disoccupazione, case chiuse, cartelli affittasi e vendesi, esercizi commerciali desertificati. Prosperi (PD): "Dobbiamo fermare questo declino"
LA STUPENDA ATRI, CITTA' D'ARTE D'ABRUZZO, CHE SPROFONDA NELLA CRISI E NELLA POVERTA'. Prendiamo spunto da un comunicato del dottor Alfonso Prosperi, medico chiurgo dell'Ospedale "San Liberatore" - lo stesso che la Regione Abruzzo vuole ridimensionare come accaduto con la chiusura del Punto Nascite - per parlare dell'atroce crisi in cui è sprofondata la stupenda Città di Atri, uno dei centri storicamente ed artisticamente più significativi dell'Italia centro-meridionale. "Ora che le luminarie sono spente - scrive in un'argomentata nota Prosperi - che la pioggia di contributi alle varie associazioni c’è stata, che le manifestazioni (pare, riuscitissime), hanno portato ad Atri sicuramente interesse e visibilità per un tempo, come sappiamo, purtroppo breve; forse sarebbe ora di fare una riflessione attenta sulla politica, non solo quella turistica e culturale, portata avanti dall’Amministrazione comunale e lo faremo adeguatamente". Prosperi fa riferimento a problemi molto concreti e che meritano una attenzione speciale, quali: lo spopolamento della città, la desertificazione delle attività economiche - è pieno di cartelli affittasi e vendesi -, la questione dell'ospedale ma, soprattutto, il dramma della disoccupazione giovanile e delle famiglie che non riescono a vivere dignitosamente e che stanno conoscendo una nuova povertà. "Siamo consapevoli - prosegue il dottore che è espressione della sinistra critica del Partito Democratico - di questo vuoto al quale la politica, in generale, non riesce a dare risposte adeguate vivendo anch’essa una crisi di identità che sfocia purtroppo, nell’imbarbarimento, nelle paure vere e presunte, senza progetti e senza valori, nella volgarità e nel populismo. Per questo ci sentiamo in dovere di pretendere dall’amministrazione comunale una via possibile, un progetto di convivenza e di futuro per la nostra città, che vive un nuovo isolamento politico ed istituzionale che ci condanna alla marginalità". Il nostro auspicio è quello che questo appello alla condivisione dei progetti venga presto raccolto poichè non è il tempo di dividersi dietro i recinti o gli steccati della politica. Ma è giunto il momento di unire le forze per trovare soluzioni concrete e dare risposte efficaci ai tanti e gravi problemi sollevati da uno che la Città di Atri la ama per davvero (e anche noi che scriviamo, visto che ci siamo anche nati).
Foto: Mirko Candelori (facebook)
Redazione Independent