“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La storia di Monaldo “animale d'affezione” come cani e gatti
La proprietaria di un maialino vietnamita ha fatto ricorso al TAR contro l’ordinanza del sindaco di Montesilvano che aveva ordinato lo sgombero dell’animale
Una notizia locale riportata da ‘Il Centro’ di Montesilvano, è diventata virale ed è rimbalzata sulle pagine della stampa nazionale. E riguarda un maiale vietnamita chiamato Monaldo (come il padre del grande poeta di Recanati) adottato da un montesilvanese che lo ha registrato all’anagrafe canina, pur non essendo un cane, con regolare microchip. Certo che il tenere un maiale in cortile è decisamente insolito e può aver destato preoccupazione e timore ai vicini della donna che, invece di ricorrere alla pet therapy con un comune animale domestico tipo cane, gatto, pappagallino, criceto, tartaruga o addirittura un serpente, ha preferito un paffuto maiale vietnamita, perché "de gustibus non disputandum est". Sta di fatto che il Sindaco Ottavio De Martinis ha ordinato lo sgombero del maiale vietnamita nel termine di 30 giorni, dal cortile di casa dove la donna allevava Monaldo. La decisione è stata adottata dal Primo Cittadino De Martinis “Al fine di rimuovere lo stato di pericolo igienico sanitario e di una migliore tutela dell’igiene pubblica e privata”. La proprietaria di Monaldo, ritenendo illegittima l’ordinanza sindacale ha fatto ricorso al TAR che le ha dato ragione. Secondo il tribunale amministrativo infatti il maiale, è un animale domestico a tutti gli effetti come i cani e i gatti.