La "spina" si chiama Udc

Il sindaco è stufo dei diktat democristiani. Ma gli uomini dello Scudo Crociato sanno che Pacta Sunt Servanda?

La "spina" si chiama Udc

LA MAGGIORANZA SCRICCHIOLA. COLPA DELL'UDC (O DI MASCIA)? «La maggioranza di governo al Comune di Pescara, di cui l’Udc fa parte, ha sottoscritto tre anni e mezzo fa un ‘patto di inizio consiliatura’ che va rispettato, né possiamo pensare di continuare a dover essere sottoposti ogni sei mesi a una revisione per una delega, o un posto di potere o il pretesto di una delibera, che sia Pescara Parcheggi o altro. Non accetto diktat né ultimatum da alcuno, a cominciare dall’Udc che, anch’essa, tre anni e mezzo fa, ha sottoscritto un patto di maggioranza e che oggi vanta una rappresentanza politica numericamente anche superiore rispetto a quello che il partito esprime, con un Presidente del Consiglio comunale, massima espressione dell’Assise civica, due assessori con deleghe pesanti, e due Presidenti di Commissione. E nel merito della riunione svoltasi ieri sera in Comune, è bene chiarire, in maniera definitiva, che Pescara Parcheggi è una società che va salvata, una società nata per risolvere i pasticci lasciati dal precedente governo di centro-sinistra, e che oggi ci garantisce un introito sicuro dalla gestione degli stalli a pagamento pari a 1milione 900mila euro l’anno». Non ci sta il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia stanco dei continui dicktat provenienti dagli uomini con lo Scudo Crociato. Ah, proposito. L'Udc, a breve, entrerà nella Lista per L'Italia quindi il nome scomparirà già dalle prossime elezioni politiche.

IL SALVATAGGIO DI PESCARA PARCHEGGI. Per Mascia il "delocalizzatore" (anche se cementificio e antenne sono sempre lì) la posizione della maggioranza di governo, emersa dalla riunione di ieri sera, è chiara: «noi vogliamo salvare la società per collocare parte delle sue quote sul mercato, ma nelle migliori condizioni possibili anche per l’Ente Comune che deve arrivare in una posizione di forza. Dunque sia chiaro che l’apertura verso l’esterno – ha sottolineato il sindaco – è una scelta di tutta la maggioranza, di cui fa parte sicuramente anche l’Udc, la quale però non può continuare ad appuntarsi la medaglietta al petto come la ‘portabandiera’ di tale ipotesi». Ed è qui che si passa alla questione politica. «Con l’Udc esiste un patto di inizio consiliatura sottoscritto dal partito che, com’è vero che ‘pacta sunt servanda’, va rispettato e non possiamo pensare di essere sottoposti a ‘revisione’ ogni sei mesi con rinegoziazioni semestrali su assessori, deleghe, posti di potere, non è questo il modo in cui io ritengo si possa stare in maggioranza. A questo punto non accetto né diktat né ultimatum dall’Udc, che ha sottoscritto un primo patto di inizio consiliatura tre anni e mezzo fa, un patto ribadito appena otto mesi fa, al momento della nomina dell’assessore Porcaro, impegnandosi a non ‘turbare’ in alcun modo gli equilibri della maggioranza, blindata sino a fine consiliatura. L’Udc si è impegnato a sostenere il programma della maggioranza, peraltro dopo aver ottenuto una rappresentanza politica anche numericamente superiore rispetto a quello che il partito esprime all’interno del Comune, con il Presidente del Consiglio comunale, due assessori con deleghe pesanti, e due Presidenti di Commissione. Né è possibile che ogni sei mesi l’Udc esca fuori con presunti problemi di natura programmatica e che ogni sottolineatura politica sottenda a una richiesta di rappresentanza politica». Tradotto: come è calmierare il "fuggi fuggi" oppure la scomoda posizione a destra dei "sempre disponibili a governare" democristiani?

Marco Beef