“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La realpolitik pescarese inscena l'atto "Elezioni Comunali 2014"
Nel centrodestra Mascia preoccupato: pesano lo "strappo" di Testa, il triplo salto carpiato di Teodoro, oltre all'addio di Licio D.B.
COMUNALI PESCARA: QUI CENTRODESTRA. Nei giorni scorsi si è riunita a Pescara la coalizione di centrodestra per (provare a) individuare il suo candidato sindaco alle comunali. Fino ad oggi non è stata trovata l'auspicata convergenza attorno a un nome. Eh sì, perchè nonostante le rassicurazioni di sorta non tutti i moderati sono concordi sulla ricandidatura del primo cittadino uscente, Luigi Albore Mascia. Nelle scorse settimane, a Teramo, Angelino Alfano e Gaetano Quagliariello hanno lanciato la candidatura di Guerino Testa, il presidente della Provincia di Pescara che si era dimesso dal proprio incarico per correre alle regionali, ma che alla fine ha ritirato tutto restando ben saldo al proprio posto, in attesa dell'avventura verso Palazzo di Città.
MASCIA E IL BEL GUERINO. Allora cosa sta succedendo? Semplice: Mascia è un nome debole, che non convince tutti malgrado le dichiarazioni di facciata; e, poichè l'Udc ha deciso di non appoggiarlo in caso di bis, si è fatto avanti Testa. Di fatto, in queste ore il "bel Guerino" resta alla finestra, pronto a subentrare a Luigi in stile Cordoma-Musa. A Montesilvano, infatti, il sindaco uscente Pasquale Cordoma fu accantonato per il suo secondo mandato in favore di Manola Musa, e sappiamo tutti com'è andata a finire. Mascia è consapevole di tutte queste manovre, che lo stanno innervosendo non poco. Di qui si spiega il suo recente "sclero" via Facebook contro Testa.
COMUNALI PESCARA: QUI CENTROSINISTRA. Ma c'è anche un altro motivo per cui il centrodestra sta, di fatto, tergiversando: prima di muoversi, infatti, i conservatori attendono di conoscere il nome dello "sfidante" di centrosinistra. Un conto era presentare Antonello Ricci, un altro ri-presentare Marco Alessandrini, come sembra probabile che alla fine sarà, primarie o non primarie. Di sicuro c'è un fuggi fuggi generale dal centrodestra: Vincenzo Serraiocco, già assessore con Mascia, solo all'ultimo ha detto no alle primarie per correre da solo, mentre Renato Ranieri vi parteciperà, ma come candidato sindaco per il Partito Liberale (e non in appoggio ad Alessandrini, come sembrava in un primo momento). Ranieri, già Pdl, era confluito in Futuro e Libertà, che ora non esiste più.
IL TRIPLO SALTO CARPIATO DI TEODORO. Ne è consapevole anche Gianni Teodoro, un altro ex Fli, cavallo di ritorno nel centrosinistra dopo essere stato vicesindaco nella prima giunta D'Alfonso, per poi passare all'opposizione nel 2008 e diventare addirittura, nel 2009, assessore nella giunta Mascia (con cui ha rotto qualche mese dopo). Teodoro, con un triplo salto carpiato, ora si presenta alle primarie con la sua mitica Lista Teodoro. Non ne avevamo dubbi, visto che come ricorderete vi avevamo raccontato - con tanto di foto - che Gianni da San Donato aveva presenziato a un incontro pubblico organizzato da Luciano D'Alfonso, con tanto di baci e abbracci al Faraone: segno che un riavvicinamento era già in atto. E come dimenticare, in tutto questo discorso, Enrico Paolini? L'ex vice presidente della Regione Abruzzo ha fatto la figura del "supereroe", perchè dopo attenta riflessione ha rinunciato alle primarie per sostenere Alessandrini. Ma che bravo!
LO STRAPPO DI LICIO. In tempi non sospetti, l'Udc ha detto di non voler appoggiare la candidatura di Mascia. Vincenzo Dogali era in prima linea, giovedì, alla manifestazione di protesta "Riapriamo Pescara", dove ha ribadito che la decisione di pedonalizzare corso Vittorio è stata presa senza ascoltare le altre forze di governo. Ora, a sottolineare ulteriormente questo strappo ci ha pensato Licio Di Biase, che ha riconsegnato la delega al Recupero del patrimonio storico della Città: "Le mie sollecitazioni in merito alla risoluzione di alcuni problemi - ha spiegato - non sono state tenute in considerazione da questa amministrazione". La goccia che, per Di Biase, ha fatto traboccare il vaso? "Avviare la procedura per la costituzione della società per la realizzazione del teatro di stampo ottocentesco, che io non condivido perché ritengo il progetto un semplice atto nostalgico riparatore di un delitto avvenuto oltre 50 anni fa, mentre oggi la città ha bisogno di altro". E così bye bye Mascia.
Federico Di Sante