“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La preghiera nera
Stati Uniti d’America. Negli anni bui della furia cieca della violenza, della guerra in Vietnam, della intollerabile segregazione razziale e del Ku Klux Klan spunta la luce: il Reverendo King
BLACK IS BEAUTIFUL. Questa storia si svolge negli Stati Uniti d’America negli anni bui della furia cieca della violenza, della guerra in Vietnam, della intollerabile segregazione razziale e del Ku Klux Klan, del sangue che scorre nelle strade delle città del Sud degli USA ed arriva fino ad i nostri giorni. E’ un racconto che parla di nascita, di morte e resurrezione, e comincia da una data, il 15 gennaio del 1929, il giorno in cui Martin Luther King viene alla luce. Al principio della sua vita nessuno si accorge, nemmeno i suoi genitori, che lui non è un bambino come gli altri. Agli inizi, come tutti i bimbi, ci sono le grandi corse nelle praterie e i bagni nel fiume vicino casa. Finchè un giorno, e come ci si arriva non si sa, quel bambino crescendo si ammala e diventa l’uomo fuori posto, l’uomo inconsolabile che sogna la fine del segrazionismo e che vuole diffondere ovunque negli States la febbre di questa speranza.
L'ARMA DELLA VOCE. Per diffondere la sua malattia usa le armi più potenti del mondo: la voce, le parole, la testimonianza e l’amore. Il Reverendo King parla una lingua nuova, un misto di rabbia senza rancore che la sua voce baritonale nera trasforma in soave poesia. Nessuna delle sue parole contiene presagi di sofferenza e morte, solo immagini rassicuranti di fratellanza tra gli uomini e pace. Perfino i contadini “negri” abituati a impugnare il falcetto, uomini dalle mani scheggiate cariche di livore che in tutta la loro vita non avevano visto altro che fango, paura e odio, ebbene, anche loro, rifoderati i falcetti, lo seguono nelle lunghe marce di pace. Per non parlare delle donne e dei giovani studenti, tutti lo ascoltano e lo seguono, e scelgono il cammino non violento. Questi uomini e donne non posso essere più sconfitti, anche se intorno proiettili, pietre e manganelli cercano di fermarli.
L'ASSASSINO DEL REVERENDO KING. Tuttavia, nonostante il rispetto e la fama che ormai tutto il mondo gli riconosce, come tutti gli uomini della pace al reverendo King non sarà concessa la possibilità di vivere abbastanza da vedere sbocciare i frutti della sulla lotta e così, il 4 aprile del 1968, arriva il giorno del lutto in cui la mano bianca di chi sceglie l’odio fa fuoco contro la mano nera del sogno. Parola dopo parola, sogno dopo sogno, marcia dopo marcia e molti anni dopo arriviamo proprio ad oggi, 21 gennaio del 2013, la giornata della resurrezione "Martin Luther King Day", in cui la mano liscia del Re nero Barack Obama poggiandosi sulla bianca e luminosa Costituzione - il presidente degli States giura oggi per il suo secondo mandanto davanti a Capitol Hill (Washington) - darà a quel sogno il giusto agio e renderà finalmente il dovuto omaggio a quella testimonianza di vita. «Ho un sogno - diceva il Reveredo King - che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo. Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali». Immenso.
Francesco Mimola