“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La palude nel Porto. Testa via!
Il commissario si è dimesso come preannunciato. Monti e la Regione scaricano la Città di Pescara: cui prodest?
TESTA SI E' DIMESSO - E' stato di parola e non è una bella notizia. Aveva detto che l'avrebbe fatto e così è stato: Guerino T. ha lasciato l'incarico di commissario straordinario. Un gesto strano per un politico (le dimissioni) ma le ultime nuove sono davvero sconfortanti: a partire dalla marineria pescarese, che questa gigantesca "patata bollente" è toccata a persone - non è il caso di Testa - che non hanno avuto voglia di risolvere questo problema. Il riferimento è ovviamente alla Regione Abruzzo (vero responsabile di questa situazione: almeno dal punto di vista tecnico) e del Governo Monti che se ne è lavato le mani. Ora che succederà? A parte le inevitabili ripercussioni sul comparto pesca e sul settore turistico, è evidente che la Città di Pescara non sarà più la stessa.
LETTERA AL MINISTERO - Con una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, il commissario straordinario per il dragaggio del porto di Pescara, Guerino Testa, si è dimesso.
LA LETTERA DI DIMISSIONI - "Illustrissimo Presidente, da tempo mi trovo impossibilitato ad esercitare fattivamente l’incarico conferitomi il 20 giugno 2011 con O.P.C.M 3948 quale Commissario straordinario per il dragaggio del porto di Pescara.
Sulla mia strada ho trovato una serie di veti incrociati insuperabili, e ho purtroppo registrato la mancanza da parte del Governo sia di provvedimenti fondati su accertamenti tecnici ritenuti attendibili, dirimendo così definitivamente i dubbi in ordine alla qualità del materiale da dragare, sia di semplici risposte alle svariate istanze e richieste di incontro presentate in tempi e modi diversi, oltre a dover fare i conti con la assoluta carenza dei mezzi finanziari necessari a far fronte ai fatti accaduti successivamente al mio incarico.
La gravissima situazione di impraticabilità in cui versa il porto di Pescara determina crescenti danni di tipo economico, sociale, turistico e di immagine della città oltre ad un concreto rischio di esondazione del fiume le cui conseguenze si prospettano tra le più disastrose per il capoluogo adriatico.
L’impotenza cui sono mio malgrado costretto non fa venir meno uno schiacciante senso di responsabilità, in primis di ordine morale, nei confronti di tutti cittadini.
Ritengo che il Governo avrebbe dovuto garantire un doveroso supporto, non solo e non tanto alla mia persona, quanto piuttosto allo scalo pescarese, un porto di rilevanza nazionale mentre, oggi più che mai, sono SOLO e vivo costantemente nel timore di gesti inconsulti che più e più volte sono stati minacciati dagli operatori del porto.
Non voglio trovarmi, però, a fronteggiare inerme atti di disperazione legati allo stato di crisi in cui la categoria versa ormai da troppo tempo e che, giorno dopo giorno, diventa sempre più insostenibile.
Non avendo i mezzi e gli strumenti giuridici per operare RASSEGNO LE MIE DIMISSIONI rinunciando al mandato con decorrenza immediata.
Rimetto a questo punto al Governo centrale il compito di provvedere a sanare l’attuale situazione del fiume Pescara, con l’assicurazione che sarò, in ogni caso, sempre e comunque al fianco della marineria, di tutti gli operatori del porto e della intera comunità pescarese, estremamente danneggiata da questa situazione. Guerino Testa"
Redazione Independent