“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La 'furbizia' D'Alfonso che fa dimettere la Giunta per partorire il "Faraone Secondo"
Opposizioni scatenate: M5S grida la 'solita' vergogna, Chiodi&co. parlano di fallimento. Ma la strategia è tutt'altro che sbagliata
LA FURBIZIA DEL GOVERNATORE CHE PARTORISCE IL D'ALFONSO II. D'Alfonso è un uomo furbissimo. La 'mossa' di far dimettere l'intera giunta regionale è una genialata politica o una sceneggiata - scegliete quella che più si aggrada alla vostra sensibilità - che agevolerà l'ingresso di Abruzzo Civico (Andrea Gerosolimo) nel prossimo governo regionale, che a questo punto chiameremo 'Faraone Bis' o 'Faraone Secondo' (Copiateci pure, cari amici giornalisti o politici che su facebook scrivete impudentemente idee non vostre spaciandole per un frutto della vostra presunta creatività).
Dunque, dicevamo che gli assessori della Giunta Regionale abruzzese (Paolucci, Pepe, Di Matteo, Sclocco e Mazzocca) si sono dimessi in blocco stamattina per permettere al presidente D'Alfonso il rimpasto delle deleghe e consentire così la risoluzione della lunga crisi di governo provocata dal 'pressing' nemmeno troppo velato della creatura politica ideata dall'ex direttore del TG1 Mario Giulio Borrelli, probabilmente prossimo senatore della Repubblica Italiana.
In pratica non è successo niente. Anzi sì, ovvero si sono messi gli amici/nemici con le spalle al muro. Il messaggio è naturalmente indirizzato a Sinistra, Ecologia e Libertà che, se continua a tirare troppo la corda, si tornerà a votare non solo in Abruzzo ma ovunque: anche a Pescara e L'Aquila dove i vendoliani hanno un peso mica da poco. Le dichiarazioni di Mario Mazzocca, quel 'soldato' per il quale era stato deciso il sacrificio sono eloquenti.
"Per dare un contributo all'avvio della soluzione della crisi aperta ad agosto in consiglio regionale, a seguito delle dimissioni presentate da tutti gli altri componenti la giunta e dal sottosegretario, anch'io ho restituito al Presidente D'Alfonso l'incarico e le deleghe che mi erano state conferite, formalizzando le mie dimissioni.
Con questo atto si sgombra finalmente il campo dai pettegolezzi, dalle dietrologie, dai personalismi che in questi casi rischiano di avvelenare i pozzi. Una crisi, è bene ricordare, creata da altri e subita soprattutto da noi. La richiesta fatta da Sel di compiere preliminarmente un percorso di verifica ed aggiornamento del programma di governo è, a questo punto ineludibile. Solo alla luce dell'esito di questo percorso affronterò, insieme al mio partito, il discorso relativo alla mia posizione nell'esecutivo. A tal proposito, nei prossimi giorni parteciperò ad un fitto e serrato calendario di incontri con le componenti sociali e le forze attive dell'intera regione, promosso da Sel Abruzzo, per ascoltare e ricevere contributi per la definizione degli obiettivi prioritari che dovranno caratterizzare l'agenda politica del governo regionale.
La condivisione delle scelte da parte di tutta la maggioranza, alla cui attività non farò mancare il mio apporto, rappresenta la condizione necessaria per attuare il programma di rinnovamento della società abruzzese che gli elettori ci hanno affidato con il voto''
Chiaramente, lo ribadiamo a scanso di equivoci, non si tratta di un salto nel buio. D'Alfonso, vecchia volpe della politica, imbattibile nell'arte di mettere tutti d'accordo, ha almeno 2 o 3 carte in mano da giocare oltre a trattativa apertissime con partiti dell'opposizione (per esempio la nuovocentrodestrista Federica Chiavaroli che è in odore di sottosegretariato con Governo Renzi) per condurre e vincere ancora una campagna elettorale. SEL o qualche big dei Democrat dovranno accontentarsi che gli 'equilbri avanzati' sono dietro l'angolo, più del pericolo di perdere incarichi e poltrone.
Almeno, cari affezionatissimi lettori indipendenti, questa è la nostra impressioni di osservatori della realtà che poco ci capiscono, specie di politica abruzzese.
Marco Beef