La costituzione della Grande Pescara penalizzerà la politica o i cittadini?

Domani in Consiglio regionale approderà il progetto di legge per la fusione amministrativa di Pescara con Montesilvano e Spoltore. Una riflessione sul caso di AbruzzoIndependent.it

La costituzione della Grande Pescara penalizzerà la politica o i cittadini?

LA GRANDE PESCARA PENALIZZERA' LA POLITICA O I CITTADINI? Dopo il referendum sull'unificazione di Pescara con Montesilvano e Spoltore e a cui i cittadini dei tre comuni hanno risposto affermativamente con il 64% de sì, finalmente sembrerebbe che la legge regionale relativa sia in dirittura di arrivo: è all'ordine del giorno del Consiglio regionale di domani 24 settembre. Per la verità a Spoltore ha votato sì solo il 51% dei voti validi. Probabilmente ha influito l'opposizione del sindaco Luciano Di Lorito al progetto di fusione. Infatti nel Forum provinciale dell'economia del luglio scorso promosso dalla camera di commercio di Pescara, Di Lorito senza mezzi termini, ha detto di essere contrario. La frase che si è lasciata scappare in quell'occasione è stata "Non voglio affidare il mio (sic) comune ad altri ". Che tradotto con altre parole potrebbe suonare anche così "il Comune è mio e guai chi me lo tocca". D'altra parte gli amministratori degli altri due Comuni, che pur si sono dichiarati rispettosi dell'esito referendario, hanno posto una serie di distinguo sospetti. Il governatore Luciano D'Alfonso, nel suo intervento per molti versi criptico, sembra essersi allineato alle ambiguità dei primi cittadini dei tre comuni, tranne Di Lorito che si è apertamente schierato contro. Il senso del suo politichese, infarcito di neologismi pittoreschi, sembra essere che sì la regione discuterà i disegni di legge sull'unificazione dei tre comuni, ma che, tuttavia, non bisogna cedere alla "malapianta del tumoralismo del particolarismo locale". Per D'Alfonso si corre il rischio dell'irridentismo e della "periferizzazione" cioè il pericolo che i comuni di Spoltore e Montesivano vengano degradati a periferie pescaresi con il rischio di innescare poi il pericolo della frantumazione della 'Grande Pescara'. Eppure in teoria la fusione dovrebbe essere vantaggiosa sia per i cittadini che per le imprese del tessuto economico produttivo del territorio come hanno evidenziato tutte le organizzazioni imprenditoriali della provincia dalla confindustria al CNA. Ci saranno risparmi per 15 milioni, maggiori trasferimenti dallo stato, snellimento delle procedure, un unico piano regolatore, un unico piano traffico ecc.. Forse, e a pensar male ci si indovina, quello che preoccupa la politica sono i circa 7 milioni annui in meno che,secondo le stime di Carlo Costantini, entrerebbero nelle tasche della casta. Se la classe politica non riuscirà a bloccare il processo di unificazione com'è probabile, certamente in fase di approvazione della legge tenterà di inserire delle norme al fine di conservare poltrone, stipendi prebende varie ecc. facendo prevalere l'interesse della casta su quello dei cittadini. Quando D'Alfonso nel convegno interrogandosi si domandò cosa conviene al cittadino, molti ma proprio tanti si chiesero preoccupati invece cosa conviene al politico. Insomma il rischio è che affidare la legge nelle mani dei politici e che li dovrebbe penalizzare, è come far organizzare il pranzo di Natale al tacchino.

Clemente Manzo