“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La carica dei mille
Manifestazione a Roma per i dipendenti del colosso Micron in crisi. Rischiano il posto 1700 persone
ROMA. DAVANTI AL PARLAMENTO I DIPENDENTI MICRON. Non si arrenderanno, questo è chiaro. Questa mattina, all'alba, decine di pullman e auto private, con a bordo quasi mille dipendenti della multinazionale Micron, con sede ad Avezzano, armati di megafoni, fischietti e cartelloni si sono messe in marcia con destinazione Roma. Davanti al Parlamento hanno cominciato a manifestare, gridando slogan all'indirizzo delle istituzioni affinchè prendano misure importanti contro il piano industriale annunciato dal board del colosso americano, da tempo in crisi. La Micron ha, infatti, annunciato il taglio di 700 unità lavorative su 1700 che lavorano presso lo stabilimento marsicano. «E' una questione nazionale e pertanto come tale va affrontata. Non possiamo permettere che la multinazionale chiuda. E' una questione di vita o di morte per migliaia di familglie abruzzesi. Questo dramma che stiamo vivendo deve essere fermato a qualsiasi costo». Così i manifestanti che hanno chiesto la partecipazione del sindaco di L'Aquila e di Avezzano.
LA PROTESTA IN REGIONE. Il 3 dicembre scorso ci fu una clamorosa protesta dei lavoratori della Micron che, a centinaia, si sono riuniti davanti al Palazzo dell'Emiciclo, dove ha sede la Regione Abruzzo, per denunciare il "dramma" che stanno vivendo migliaia di famiglie. Il presidente Gianni Chiodi, rintracciato dal sindaco di Avezzano Di Pangrazio, è stato costretto ad interrompere i lavori del Consiglio per scendere tra i lavoratori e spiegare la strategia della Regione al problema della multinazionale americana, con sede ad Avezzano, che ha annunciato il taglio di 700 unità lavorative.
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