“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La Terza Guerra Mondiale in Siria nella vergogna dell’Occidente
L’attacco Isis alla pace mondiale nella Repubblica Araba Siriana, il 14 Aprile 2018, è un colpo inferto al cuore delle Nazioni Unite e della Carta fondamentale dei Diritti Umani (1948-2018)
LA TERZA GUERRA MONDIALE IN SIRIA NELLA VERGOGNA DELL'OCCIDENTE. L’attacco Isis alla pace mondiale nella Repubblica Araba Siriana, il 14 Aprile 2018, è un colpo inferto al cuore delle Nazioni Unite e della Carta fondamentale dei Diritti Umani (1948-2018). La Siria è stata cinicamente e criminalmente attaccata da potenze ostili alla pace mondiale. È inaccettabile questa linea di condotta bellicista senza soluzione di continuità e spregiudicamente giustificata pur nell’inconsistenza di prove (Habeas Corpus). La Siria si difende da otto anni non da una guerra “civile” ma da un’aggressione di stati esteri, da un’invasione. Oggi dal vile brutale selvaggio attacco Isis proveniente dal cielo infernale dei suoi aguzzini. Resiste Damasco. Resiste Homs. Resiste Aleppo. Le madri alla ricerca dei figli della distrutta Raqqa piangono. Ossa spezzate. Fiamme. Terrore. Scacco! Lo storico briefing del Ministro della Difesa, Maggiore Generale Igor Konashenkov, annichila i warlord warmonger e benedice i sistemi di difesa siriani e russi. Nel Mar Mediterraneo si rischia davvero la Terza Guerra Mondiale. Le navi e i sottomarini da battaglia si moltiplicano. È molto pericoloso. Molte guerre nella Storia sono scoppiate per errore. Il ramoscello d’ulivo offerto dalla Santa Russia (www.youtube.com/watch?v=r8DJJ9JMJEs&feature=share) è stato spezzato dalle potenze della famigerata “coalizione occidentale” a guida Usa che ha già raso al suolo Raqqa, la “capitale” del sedicente “stato islamico” nel silenzio complice dei media mainstream. L’Italia è coinvolta pienamente sul piano logistico, come rivela il Comitato “No Guerra No Nato”. Per la serie “Falsi made in Usa e bugie made in Italy”. Perchè il Vescovo di Roma non condanna i bombardamenti criminali sulla Siria lanciati da Usa, Israele, Uk, Francia, Nato, Unione Europea? Sulle responsabilità degli Usa gravano le sorti della Terra, per stessa ammissione del Presidente russo Vladimir Putin: “Non si ripeterà un’altra Iugoslavia, un altro Iraq, un’altra Libia”. La Segreterìa Generale dell’Onu, la Nato, l’Unione Europea, il Parlamento Italiano ed Europeo si schierano ufficialmente a fianco della barbarie del caos in Siria per un’unica ragione: la Terza Guerra Mondiale. I “raid mirati” di Usa, Francia e Gran Bretagna contro la Scienza, la Cristianità, la Democrazia e la Libertà sono ingiustificabili. Tutti quei missili (100mila euro cadauno) semi intelligenti non potevano essere indirizzati sulle roccaforti Isis in Siria per alleviare le sofferenze dei Siriani? Perché colpire la capitale Damasco e il suo aeroporto internazionale? Cui prodest? La Russia smaschera la doppia messa in scena dell’attacco chimico in Inghilterra e a Douma (Damasco), e decreta il fallimento del bombardamento missilistico anglo-franco-americano. I leader religiosi cristiani delle Chiese di Oriente firmano un documento comune di condanna dei bombardamenti occidentali contro la Siria. Si unisce il Patriarca Kirill di Mosca e di Tutte le Russie. Non Papa Francesco che non firma. Il Presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, condanna gli attacchi. La Cina si allea con la Russia in difesa della sovranità della Siria, e si appresta a schierare la sua possente Flotta. L’attacco missilistico condotto da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro la Repubblica Araba Siriana, Stato sovrano membro delle Nazioni Unite, viola ogni più elementare norma del Diritto internazionale. È un crimine di guerra compiuto dagli aggressori in base a un’accusa, rivolta al Governo siriano di Assad, rivelatasi falsa. Vi sono prove inconfutabili che l’attacco chimico a Douma sia stato una messa in scena organizzata dai servizi segreti occidentali. Non a caso Stati Uniti, Gran Bretagna a Francia hanno lanciato i missili contro la Siria nel momento in cui stavano arrivando gli ispettori Onu e contro gli obiettivi oggetto dell’indagine. La quasi pacificata Siria, dopo otto anni di Resistenza, dopo oltre mezzo milione di morti e 12 milioni di profughi, rinasce dalle sue ceneri grazie agli aiuti della Russia, si ribella e scende in piazza a Damasco celebrando quel governo legittimo di Assad che il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano (www.youtube.com/watch?v=_i0pIHaiViU&feature=share) durante la sua visita ufficiale, la prima di un capo di stato italiano, non esitò a giudicare come il più illuminato esempio di laicità nel Medio Oriente. Prima che gli Usa e i loro alleati Isis imponessero all’Italia di considerare il Presidente Assad “un dittatore” e la Siria uno “stato canaglia”, Giorgio Napolitano elogiò Assad e sua moglie per aver reso la Siria un Paese civile, laico, tollerante, rispettoso delle minoranze e difensore delle comunità cristiane in Medio Oriente. Correva l’Anno Domini 18 Marzo 2010. “A qualcuno verrà un infarto – rivela il giornalista siriano di Aleppo, Naman Tarcha – ma stiamo rinascendo”. La Battaglia di Berlino e il suicidio di Hitler, il 30 Aprile 1945, nel bunker della cancelleria del Terzo Reich “millenario” non insegnano proprio nulla? “L’Isis getta la maschera!”. Non usa mezzi termini il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen, nel commentare i raid aerei di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. È criminale che l’intervento illegittimo del 14 Aprile 2018 venga anche dagli Italiani inquadrato per quello che sembra essere: un atto di guerra militare, in aperta violazione dell’Articolo 11 della Costituzione Italiana, tendente a “contenere” (mera chimera Usa, Nato, Ue!) l’influenza russa, a indebolire il Popolo di Assad, a mandare segnali ai propri alleati regionali quali Israele e Arabia Saudita peraltro attivi e pienamente responsabili della carneficina siriana. Quello che ci hanno raccontato sulla Siria è tutto falso (www.youtube.com/watch?v=svJkywriX7U&feature=share). Già nel 2015, un anno prima della liberazione di Aleppo grazie ai Russi, Suor Guadalupe de Rodrigo, missionaria argentina dell’Istituto del Verbo Incarnato, smontò le fake news sulla guerra in Siria diffuse dai mass media occidentali, la cui opera di manipolazione ancora oggi fa credere persino a Papa Bergoglio l’opposto di ciò che realmente accade in Siria. Il padre predicatore domenicano Alberto Viganò rivela: “In Siria, non c’è nessuna banca centrale Rothschild; la Siria ha vietato gli alimenti geneticamente modificati e la coltivazione e l’importazione degli stessi; la Siria è l’unico Paese arabo che non ha debiti con il fondo monetario internazionale né con la Banca Mondiale né con chiunque altro; la famiglia Assad appartiene all’orientamento Alauita: trattasi di una corrente sciita minoritaria di Islam tollerante; gli sciiti vengono combattuti dalla morte di Maometto dalla maggioranza sunnita; le donne siriane hanno gli stessi diritti degli uomini allo studio, sanità e istruzione gratuiti; le donne siriane non sono obbligate a indossare il velo; la sharia (legge islamica) è incostituzionale in Siria; la Siria è l’unico Paese arabo con una Costituzione laica e non tollera movimenti estremisti islamici che vengono combattuti severamente (anche con metodi estremi); circa il 10% della popolazione siriana appartiene a uno dei molti rami cristiani, sempre presenti nella vita politica e sociale; in altri Paesi arabi la popolazione cristiana non raggiunge l’1% a causa dei maltrattamenti subiti; la Siria è l’unico Paese del Mediterraneo interamente proprietario del suo petrolio (circa 500.000 barili/giorno) e che non ha privatizzato le sue aziende statali; la Siria ha un’apertura verso la società e la cultura occidentale, come solo il Libano nel mondo arabo; la Siria era il solo Paese pacifico in zona, senza guerre o conflitti interni; la Siria è l’unico Paese al mondo che ha ammesso i rifugiati Iracheni, senza alcuna discriminazione sociale, politica o religiosa; il dottor Bashar Al-Assad (oculista) ha un’elevata approvazione popolare; la Siria ha discrete riserve di petrolio (circa 2,5 miliardi di barili) riservate alle imprese statali”. Un appello “a tutti i leader mondiali affinché riconoscano la loro responsabilità nei confronti delle loro rispettive nazioni, dell’umanità e di Dio” e un “appello ai Paesi che aderiscono alle Nazioni Unite, e in particolare ai membri del Consiglio di Sicurezza, perché ricordino i loro doveri verso la famiglia delle nazioni. Li imploriamo, nel nome di Dio, di superare i loro disaccordi e di lavorare insieme per la pace nel mondo. Insieme chiediamo ai leader politici di evitare un’ulteriore escalation di tensioni, di rinunciare alla via del confronto e di abbracciare il dialogo”. È quanto si legge in un appello di pace pubblicato sul sito del Patriarcato di Mosca e sostenuto da un gruppo di Patriarchi delle Chiese ortodosse del Medio Oriente: “Sua Beatitudine Papa e Patriarca Teodoro II di Alessandria e di tutta l’Africa, Sua Beatitudine Patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto l’Oriente, Sua Beatitudine Patriarca Teofilo di Gerusalemme e Palestina, Sua Santità Tawadros II, Papa di Alessandria e Patriarca della Chiesa copta ortodossa, Sua Santità Patriarca Mor Ignatius Aphrem II di Antiochia e di tutto l’Oriente”. Nel preambolo dell’appello, si dice che il testo è stato discusso durante la conversazione telefonica avvenuta il 14 Aprile 2018 tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca. Padre Alexej Dikarev, numero due del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, afferma: “Dal preambolo, credo, si capisca quanto è stato importante l’appoggio di Papa Francesco. L’appello è stato fatto a causa del bombardamento della Siria e, di per sé, è chiaro nel suo scopo”. Nel testo, infatti, i Patriarchi scrivono: “Spinti dal senso di responsabilità per i milioni di cristiani che Dio ha affidato alla nostra cura spirituale e per il bene dell’intera famiglia umana, che condivide un destino comune, uniamo le nostre voci per parlare in questo momento di altissima tensione internazionale. Le ostilità in corso in Medio Oriente, che negli ultimi anni hanno portato immense sofferenze, hanno causato la morte di molte migliaia di persone e costretto alla fuga milioni di rifugiati, rischiano ora di trasformarsi in un conflitto globale. Il nostro mondo ha raggiunto un punto in cui vi è il pericolo reale di una rottura delle relazioni internazionali e della cooperazione per il bene comune della famiglia umana. Chiaramente, gli orrori delle guerre mondiali del secolo scorso non possono essere paragonati alle terribili conseguenze di una guerra mondiale in questo momento”. Ma di fronte a questa “terribile minaccia”, le Chiese chiedono alla comunità internazionale di intraprendere la via del dialogo e non del confronto militare. È stato il Patriarca Kirill di Mosca, nel corso di un incontro con i giornalisti che si è svolto il 14 Aprile, a parlare di questa iniziativa di pace che vede impegnati in prima linea i Patriarchi ortodossi del Medio Oriente. Secondo quanto spiegato dal Patriarcato, Kirill ha avuto una serie di conversazioni telefoniche anche con Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. “Abbiamo intrapreso questa iniziativa – spiega il Patriarca Kirill ai giornalisti – sapendo che i cristiani non possono rimanere indifferenti di fronte a quanto sta accadendo in Siria in questi giorni. La Siria, il Medio Oriente, sono il luogo, dove nacque il Cristianesimo, e i terribili conflitti che oggi stanno lacerando la terra siriana non possono che creare minaccia, tra l’altro, alla presenza cristiana. È anche ben evidente che la gente sta soffrendo tanto. Il messaggio della Chiesa al mondo è sempre legato all’annuncio della pace tra gli uomini e della giustizia. Allora è impossibile tacere quando avvengono cose come quelle degli ultimi giorni in Siria”, ribadisce Sua Santità Kirill. Che aggiunge: “Sono contento di queste conversazioni: tutti i miei interlocutori condividono la mia preoccupazione. C’è il desiderio di continuare questo dialogo per cercare di influire in qualche maniera sulla situazione”. La Testimonianza (www.youtube.com/watch?v=2XW8OZnjhWU&feature=youtu.be&a) dei Siriani incrimina l’Occidente. Il bambino siriano di 11 anni, Hassan Diab, filmato dai White Helmets nel loro video del falso attacco chimico in Douma, insieme ad altri 17 testimoni è a L’Aia, al briefing congiunto Russia-Siria dell’OPCW. Prima di volare alle Nazioni Unite. Hassan racconta tutto e i medici confermano. Ma i nemici della Siria non si presentano e i media occidentali ignorano la loro preziosa testimonianza. Come può il Governo italiano accettare la versione di Usa, Uk, Israele e Francia che hanno mentito sugli “attacchi chimici” della Russia nei vari casi Skripal e siriani come Douma, quando essi stessi attaccano la Siria sulla base di evidenti menzogne? La vergogna ricopra l’Occidente.
Nicola Facciolini
Nota della redazione
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