“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La Sinistra pescarese boccia testamento biologico. Adesso come si fa?
Incredibile decisione del maggioranza Alessandrini su proposta dell'alleato Sel. La Di Carlo (PD) abbandona l'aula indignata
SUCCEDE IN ABRUZZO: PESCARA CONTRO TESTAMENTO BIOLOGICO. É stata bocciata dal Consiglio Comunale di Pescara la mozione relativa all'istituzione del registro delle Dichiarazioni anticipate di Trattamento Sanitario meglio conosciuto come registro del "Testamento biologico". La questione, manco a diro, è un tema necessario della politica italiana sempre alle prese con le ingerenze della Chiesa e che, in questo caso, si intende nella manifestazione di volontà di ciascun individuo che decide quali trattamenti sanitari accettare, quando non si trovi nella condizione di incapacità. "Per noi di Sel - dice Daniela Santroni - é imprescindibile sancire che le libertà personali sono inviolabili e che, come stabilisce l'art. 32 della Costituzione, nessuno può essere obbligato ad un trattamento sanitario. Si tratta di una dichiarazione, resa di fronte ad unfunzionario pubblico, nella quale qualsiasi individuo, in condizione di lucidità, può indicare le sue volontà riguardo la possibilità di sottoporsi o meno a quelle cure che è legalmente possibile rifiutare, qualora si trovasse in condizioni di non poter decidere autonomamente. Oggi - continua la Santroni - da questo Comune arriva un segnale molto negativo e di controtendenza, a pochi giorni dall’approvazione nella regione Friuli governata dalla vicepresidente del PD Debora Serracchiani della prima legge regionale sul testamento biologico, arriva la bocciatura del consiglio pescarese. Per trasparenza pubblichiamo l’esito del voto". Attualmente sono oltre 70 i Comuni in Italia ad aver attivato uffici di questo tipo ma, a Pescara, la sinistra di Governo non fa passare la proposta dell'alleato Sinistra, Ecologia e Libertà.
LA DI CARLO (PD) ABBANDONA L'AULA. Durante le operazioni di voto si registra la forte presa di posizione di Simona Di Carlo, consigliera di maggioranza eletta nelle file del Partito Democratico. "Mi vergogno di far parte di questa maggioranza. Non si può brindare ad una proposta prentata da un consigliere di maggioranza e alleato. Oltretutto il tema è molto delicato ed il consiglio comunale è chiamato a deceidere su questioni così importanti. Io come novella di questa prima consiliatura rivendico con stupore ed ingnazioni i vecchi metodi adottati dai senores della politica. Metodi antichi, ammuffiti". La presidente della Commissione Statuto ritiene che vada anche modificato il modo di fare politca in aula. "Bisogna restituite - conclude la Di Carlo - ai consigli comunali più dignità e rispettosi del mandato conferito a ciascun consigliere comunale. I consigli comunali devono essere dei luoghi di vero confronto politico e vera espressione di democrazia. Noi consiglieri di prima consiliatura saremo certamente novelli riguardo ai tempi per il dibattito in aula ma non siamo certamente novelli ai temi dei diritti umani".
LA GRANA DEL REGOLAMENTO. Adesso il problema, dato che nelle intenzioni della maggioranza e dell'opposizione (almeno in parte) c'è la volontà politica di far approvare il testamento biologico, è semmai di natura regolamentare. Quando potrà tornare in Aula questa mozione dopo che è stata bocciata? Secondo i cinquestelle non durante questa consiliatura e, nella migliore delle ipotesi, non prima di sei mesi. In entrambi i casi, allora forse sarebbe meglio cambiare questo regolamento. E' un discorso di civiltà.
Redazione Independent