“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La Legge sull'Editoria in Abruzzo è un borsa lavoro per 10 giornalisti
Nonostante le promesse, le belle parole spese, le fiaccole, etc etc la montagna ha partorito il topolino. Come mai nessuno dice nulla?
LA LEGGE SULL'EDITORIA VERSO LE COMMISSIONI. Come si dice in questi casi, quando un grande potere esprime enormi pensieri di grandezza tipo "faremo, diremo, interverremo" o grandi parole e promesse per questa o quell'altra cosa, con tanto di fiaccolate e ciribiri coccole, ma poi è una delusione cosmica? Che la montagna ha partorito il topolino. Ed è esattamente quello che sta accadendo nella Regione Abruzzo per le misure per sostenere l'editoria, un settore che come altri impiega centinaia di operatori. In pratica, dopo ore e ore sprecate e decine di ettolitri di crodini, non verrà fatto praticamente nulla.
Perchè la famosa Legge sull'Editoria, così la chiamano, cioè una bozza proposta dall'Ordine dei Giornalisti, è al vaglio degli uffici del Consiglio regionale, ufficio stampa e legislativo ed entro l'estate, prima della sospensione estiva, approderà nelle commissioni e forse vedrà la luce.
Ma cosa prevede esattamente?
Una persona di buon senso, dato tutto quello che è stato detto, discusso, anche quasi concodato durante la famosa Conferenza Regionale Sull'Informazione, pluririnviata per ragioni misteriosissime, penserebbe a misure ad hoc come vengono deliberate per altri settori, ad esempio la pesca, il turismo, gli stabilimenti balneari, l'agricoltura, i servizi, i cammini regionali che sono spuntati come funghi etc etc.
E invece di incentivi per gli investimenti, di interventi sulla pubblicità istituzionale, di scrivere i bandi europei/regionali/locali prevedendo una quota specifica destinata alla comunicazione, come promesso in più circostanze, non se ne parla assolultamente, e immaginiamo anche per la gioia di tutta la classe dirigente che malvede l'informazione. Il settore è scomodo, si sa.
Ma tacere no? Meglio far cadere nel vuoto allora piuttosto che approvare quello che intendono approvare.
Secondo il Consiglio regionale queste misure attesisissime da tutti sono, udite udite, 10 borse lavoro, che chiamano appunto Legge sull'Editoria, per incentivare i piccoli comuni a unirsi e asssumere professionisti nel campo dell'informazione.
DIECI BORSE LAVORO, avete capito? Insomma la pietà, la pena e nemmeno la carità.
Redazione Independent