“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
La Carta di Pisa che sta mettendo in imbarazzo il Partito Democratico
"Il Faraone" alias Luciano D'Alfonso è serenissimo: «Il 26 maggio guarderò negli occhi colui che ha orchestrato tutto questo»
IMPRESENTABILE D'ALFONSO O IL PARTITO DEMOCRATICO OVVERO L'ITALIA? Noi che scriviamo siamo abituati a leggere nella realtà, qualunque essa sia, coi limiti terreni di cui siamo capaci.
E la Carta di Pisa alias "Codice etico per promuovere la cultura della legalità e della trasparenza negli enti locali", documento sconosciuto ai "piddini" benchè recepita dallo Statuto, che precisa i principi e gli obblighi di trasparenza, legalità, diligenza, correttezza e imparzialità che qualifica l'esercizio della funzione pubblica da parte degli amministratori (sindaci, presidenti di provincia, assessori, finanche un Governatori di Regione) dovrebbe vale sempre. Non soltanto per una comunità ovvero quando fa comodo o, come dice qualcuni, perchè è stata recepita dallo Statuto di qualche partito.
Nel caso specifico de "Il Faraone" alias Luciano D'Alfonso da Lettomanoppello, 32mila preferenze su 40mila votanti alle primarie del centrosinistra, chi sarebbe l'impresentabile: il fenomeno politico ovvero il partito che lo rappresenta, cioè il Partito Democratico?
"Big" Luciano è stato assolto da 56 capi di imputazione dal tribunale di Pescara per reati che andavano dall'associazione per delinquere al peculato ed è sottoposto ad un processo penale con l'accusa di concorso esterno in falso ideologico. La seconda posizione, francamente, è molto marginale.
Il Partito Democratico ha fatto accordi con il pregiudicato Berlusconi ed il suo leader addirittura ci sta modificando la Carta Costituzionale insieme. Dunque, per quale ragione D'Alfonso non dovrebbe candidarsi alla regione ovvero essere definito impresentabile?
Forse per quel comune denominatore che si evince sia nel processo "Housework", oggetto di appello, che il quello "Mare-Monti", questo è il nome dato alla grande incompiuta costata 6 milioni di euro per un ricorso degli ambientalisti?
Per quei viaggi, quella condotta non proprio "esemplare", quell'immobilismo bancario sconosciuto al 99% delle famiglie italiane?
Ebbene il legame che c'è tra il futuro governatore di regione ed il noto imprenditore Carlo Toto è soltanto un esempio della complessità della realtà del Paese, che chiamiamo Italia, genialmente descritta nel bellissimo film "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino.
Gli italiani sono così, il Partito Democratico è così, perchè gli abruzzesi dovrebbero essere diversi?
Ma il punto semmai è un altro. Non è la correttezza morale, tanto sbandierata dai "grillini". Quanto i poblemi veri della gente che devono essere al centro dell'azione "politica". E che sono sotto gli occhi di tutti. Li ricordiamo: disperazione, fame, disoccupazione, suicidi, miseria, ingiustizia sociale, povertà, malattie, mancanza di speranze, angoscia, rabbia, cattiveria, e chi più ne ha più ne metta.
Chi è in grado di risolvere tutto questo? Forse Matteo Renzi, che ha accoltellato l'amico Letta davanti al Paese, è un esempio di correttezza morale?
La presunzione, a nostro modestissimo avviso, è quella di pensare di avere la "Bacchetta Magica".
Ma questa è un'altra storia. Guarda la trave, non la pietruzza.
Il Sub