“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
L'ottimismo del Governator
Economia Abruzzo. L'Istat: 53mila disoccupati, 40mila cassaintegrati, export in picchiata e Pil in calo del 1%
ECONOMIA. L'OTTIMISMO DI CHIODI. «Dal momento in cui si è manifestata la crisi economica, l'Abruzzo ha avuto un andamento di PIL meno negativo rispetto alla media nazionale. Infatti, nel periodo 2007-2011, la perdita di PIL in Italia è stata del 4,5% mentre in Abruzzo si è attestata al 3,9%. Dato recentemente confermato anche dal Centro Studi Sintesi». Lo ha dichiarato, questa mattina, a Pescara, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, in apertura della tavola rotonda sul tema "L'Abruzzo in Europa. Quali prospettive?" organizzata da Cisl Abruzzo e dal Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università d'Annunzio, svoltasi presso la Facoltà di Economia. «Se si parla di arretramento dell'Abruzzo nella classifica delle Regioni dell'Unione Europea per PIL - ha detto il Presidente - bisogna anche dire che questo è dovuto principalmente ad una perdita di produttività del sistema Paese. Sul fronte occupazione, invece, - ha rimarcato Chiodi - l'Abruzzo risulta una delle poche regioni in cui si è registrato un numero di occupati superiore al dato del 2008, relativo al periodo di pre-crisi. Al tempo stesso, - ha proseguito - si è verificato un aumento del tasso di occupazione ma questa circostanza è determinata principalmente dalla crescita del numero di persone in cerca di lavoro». Secondo Chiodi, ad incidere in maniera negativa sul sistema economico regionale, è stato un insieme di fattori. «Innanzitutto, l'uscita dall'Obiettivo 1, - ha osservato - poi, il fatto che, per anni, l'Abruzzo sia stata la prima regione, dal nord Italia verso il sud, a garantire l'esenzione decennale dall'Irpeg e dall'Ilor a quegli imprenditori che intendevano insediarsi sul nostro territorio. Inoltre, non va sottaciuta la circostanza che l'Abruzzo ha un'economia prociclica, che si esalta quando l'economia mondiale tira e che si deprime quando c'è crisi poichè la componente industriale è preponderante rispetto agli altri settori». Cosa può fare la politica per arrestare questa fase di arretramento dell'economia? «Una debolezza strutturale del nostro sistema - ha affermato il presidente della Regione - è legala alle ridotte dimensioni delle imprese che sono poco competitive sui mercati internazionali. Ecco perchè, da tempo, abbiamo cominciato a favorire percorsi di carattere dimensionale attraverso le reti di impresa, i poli di innovazione ma anche nell'abito dei consorzi fidi". Secondo Chiodi, "solo attivando sinergie tra di loro, le imprese potranno davvero aprirsi all'internazionalizzazione ed orientarsi quindi verso le export. E' finita da tempo l'era dei finanziamenti alle imprese secondo la logica delle domande a sportello - ha concluso - e non è un caso se il quotidiano "Il Sole 24 ore", recentemente, ci ha classificato come la nona regione in Italia per quantità di risorse destinate a processi di innovazione».
Redazione Independent