“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
L'ordinaria follia domestica
La vittima tipica (30- 45 anni), italiana o straniera, con figli: è incapace di denunciare perchè senza lavoro
CHIETI. I NUMERI DELLO SPORTELLO ANTIVIOLENZA. E' entrato in funzione da solo un anno ma i risultati cominciano già ad intravedersi. E, come ci si aspettava, non sono buoni. Sembrano pochi ma allo Sportello del Comune di Chieti si sono rivolte già 13 donne. Hanno avuto il coraggio di raccontare delle violenze subite e delle ripercussioni avute sulla loro vita e su quella dei figli. Si tratta di donne italiane ma anche immigrate, per la maggior parte di nazionalità albanese, di età compresa tra i 30 ed i 45 anni. Le loro situazioni sono state segnalate al Nucleo Tutela dei Minori. «Denunciano - ha spiegato irene Sborlini, psicologa della Croce Rossa - forme di violenza domestica, fisica, psicologica, economica, con un elevatissima e costante forma di conflittualità tra i coniugi che, purtroppo, arriva a coinvolgere anche i figli». Molti contatti si sono avuti con comunicazioni telefoniche in quanto non viene ancora maturata la volontà di sporgere reale denuncia. «Da parte nostra - ha aggiunto - ci spendiamo per offrire informazioni, consulenza psicologica, fondamentale per agire un reale cambiamento, e consulenza legale gratuita».
LE VITTIME INCAPACI DI REAGIRE. La difficoltà economica rappresenta quasi sempre, infatti, un impedimento a qualsiasi forma di decisione da parte delle donne vittime di violenza «Lo Sportello – hanno dichiarato le Assistente Sociali del Comune, Donatella Salerni e Marina Di Iorio – lavora a stretto contatto con i Servizi Sociali che, a loro volta, si raccordano con le altre strutture territoriali in una rete che viene sviluppata attraverso la presa in carico dei soggetti con progetti personalizzati. Quando si arriva allo Sportello si è già compiuto un passo importante».
Redazione Independent