“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
L'iniqua applicazione dei diritti umani.
Nell'anniversario della nascita di Hitler la sentenza favorevole al neonazista Breivik: il terrorista norvegese che il 22 luglio 2011 uccise 77 persone
L'INIQUA APPLICAZIONE DEI DIRITTI UMANI. Nell'anniversario della nascita di Hitler la sentenza favorevole al neonazista Breivik. Mi perdo in una riflessione lasciando intrappolate le parole tra i tasti, per evitare alla mia ira di riscrivere i fatti al mio posto. Il 22 luglio 2011 un auto carica di esplosivo detona nel quartiere di Regjeringskvartalet, sede dei palazzi governativi norvegesi al centro di Oslo, l'esplosione uccise 8 persone: Hanna M. Orvik Endersen 61 anni, lavorava come receptionis al Servizio di Sicurezza, Hanne Ekroll Lovlie 30 anni lavorava nella sede del Governo, Ida Maria Hill 34 anni lavorava al Ministero di Giustizia, Kai Hauge 32 anni aveva da poco aperto un bar nel centro di Oslo, Kjersti Berg Sand 26 anni lavorava al Ministero di Giustizia, Tove Knutsen Ashill 56 anni segretaria in una compagnia di telecomunicazioni e energia elettrica, Anne Lise Holter 51 anni lavorava nell'ufficio del Primo Ministro e Jon Vegard Lervag 32 anni lavorava presso il Ministero della Giustizia. Persone, ambizioni, speranze e sogni distrutti alle 15:25 di quel venerdì di luglio, individui e non numeri prodotti dalla deflagrazione da sommare al numero dei feriti per diventare titolo da tabloid. Sull'isola di Utøya erano 600, ragazzi tra i 14 e i 25 anni , in quel campus estivo del partito laburista quando un uomo vestito da poliziotto con fucile automatico e pistola radunò i ragazzi fu questioni di sicurezza e iniziò la sua mattanza: sparò ai direttori del campus e poi iniziò a sparare ai ragazzi, quando i colpi terminarono, secondo i giornali, l'uomo contattò direttamente le autorità. Furono 69 le vittime del killer di Utøya e come sempre accade, si dimenticano i nomi delle vittime per ricordare solo il loro carnefice: Anders Behring Breivik. L'uomo è stato arrestato dichiarato sano di mente e il 24 agosto 2012 condannato a 21 anni di carcere, in Norvegia è considerata la pena maggiore, ciò non implica che il neonazista otterrà la libertà nel 2032, all'età di 53 anni, la pena può essere estesa per ulteriori 5 anni per innumerevoli volte, qualora il soggetto possa essere ritenuto socialmente pericoloso. Nel marzo 2015 Breivik intenta un processo contro lo Stato norvegese per violazione dei diritti umani e trattamento disumano. In isolamento dal momento dell'arresto in una cella di 3 camere, stanza da letto, zona esercizio e zona studio, superficie complessiva, 31 Mq. Una sola ora d'aria al giorno, servizio in camera purtroppo scadente quindi costretto a ricevere il caffè freddo. Oggi 20 aprile 2016 la sentenza con verdetto favorevole per Breivik, lo Stato norvegese sarà costretto a risarcire il detenuto delle spese legali con un importo pari a 330 mila corone. La sentenza della corte norvegese sostiene che il totale isolamento del criminale violi la convenzione europea sui diritti umani ai quali hanno diritto anche crinali e terroristi. Criminali e terroristi possono impugnare l'elsa della spada e battersi per i loro diritti umani, ma quali diritti umani sono concessi alle vittime? Hanno potuto i 69 ragazzi di Utøya far valere i loro diritti mentre i proiettili di un esaltato paranoico attraversavano i loro corpi ? Perché un tizio che in Italia prende in considerazione solamente l'europarlamentare Borghezio, che in una trasmissione radiofonica il 26 luglio 2011 giustifica il comportamento e le idee di Breivik deve beneficiare di diritti europei, mentre le migliaia di rifugiati che ogni giorno arrivano sulle coste europee, sia in Italia che in Grecia, persone alla ricerca di una possibilità di salvezza, che fuggono per non morire proprio come i ragazzi di Utøya, non hanno diritti? Uomini, donne, bambini che muoiono in container, treni, in barche inadatte alla navigazione scappando dal pericolo e dalla follia, non sono differenti dai ragazzi laburisti morti il 22 luglio 2011. Ma i morti esattamente come le vittime non hanno diritti, sono argomento di conversazione, sono il prodotto di una cernita della comunità europea che vuol distinguere tra rifugiati e disperati, senza però comprendere le cause della disperazione. Individui disperati talvolta restituiti dal mare, sepolti senza nome e senza storia, come non fossero mai vissuti, perché tali sono nella coscienza collettiva, non sei se non hai un nome. Sono migliaia gli ignoti, i senza nome e non soltanto quelli che silenziosi riposano nel Mediterraneo. Loro non hanno nemmeno il diritto di una degna sepoltura, non hanno nome, la loro storia è cancellata e a le loro famiglie sarà negato il diritto di averne le spoglie. Nessuno reclamerà mai ignoto 1o ignoto 807. Loro non hanno ucciso nessuno, non vantano la notorietà dell'autore di una strage, a differenza di Breivik che si dichiara “Salvatore della Cristianesimo” , cercano solo la dignità umana , dignità che viene rimbalzata o negata per insani e avidi accordi di quella che con maggior difficoltà ogni giorno continuiamo a chiamare “Comunità Europea” .
N.O.