L'automobile maledetta

Le indagini sull'omicidio Rigante. La Fiat "500" estorta ad un 25enne indebitato con un pusher del clan Di Rocco

L'automobile maledetta

OMICIDIO DOMENICO RIGANTE. ARRESTI COLLEGATI. Nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Domenico Rigante, il 24enne tifoso padre di una bimba di pochi mesi ucciso la sera del 2 maggio da un commando rom, questa mattina la Squadra Mobile di Pescara, in collaborazione con la Squadra Mobile di Teramo, ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Chieti, nei confronti di A.D.R., 31 anni, residente a Giulianova, accusato dei reati di spaccio di sostanza stupefacente ed estorsione.

 

 

LE INDAGINI SULL'AUTOMOBILE. Gli approfondimenti condotti dagli investigatori sulla Fiat 500, sequestrata la sera dell’omicidio - auto utilizzata da Massimo Ciarelli, presuto esecutore materiale del delitto, e dagli altri componenti del gruppo di fuoco - hanno consentito di accertare che l'autovettura era stata acquistata da un 25enne pescarese e, poi, passata di proprietà al nipote di Massimo Ciarelli. Ulteriori attività investigative hanno portato alla luce che il giovane, avendo maturato nei confronti dell'arrestato un debito di 1.500 euro per ripetuti acquisti di marijuana, era stato costretto sotto minaccia dal suo fornitore/creditore prima ad acquistare la Fiat 500, accollandosi il relativo finanziamento, e poi a cedergli il veicolo.

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