“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Sviluppo economico post-pandemia: l’Abruzzo mostra segni di decadimento
L'analisi di CRESA sull'imprenditoria abruzzese dopo la crisi pandemica evidenzia che solo il settore delle costruzioni ha dato buone performance
L’Agenzia per lo Sviluppo CRESA, l’azienda speciale della Camera di Commercio del Gran Sasso, ha pubblicato un report secondo cui il sistema imprenditoriale regionale, dopo l’anno di shock pandemico e la ripresa del 2021, torna a mostrare un certo grado di incertezza. Le imprese abruzzesi nel 2022 aumentano di 544 unità, pari allo 0,4%, contro un aumento doppio di quello nazionale dello 0,8% nazionale. In particolare spiccano i servizi qualificati e le costruzioni. In base al tasso di crescita però l’Abruzzo, occupa il sedicesimo posto tra le 20 regioni italiane. Lo stato di salute delle imprese abruzzesi diventa preoccupante se si considerano le sole imprese attive che, alla fine del 2022, sono state 126.648 con una diminuzione di 1.337 unità rispetto al 2021. Il tasso di crescita negativo dello 0,49%, colloca la nostra regione all’ultimo posto, se si escludono le Marche con un tasso negativo dello 0,66%. Anche le iscrizioni diminuiscono di 407 unità con un calo del 5,6%, a fronte di un -6,0% a livello nazionale. Se confrontiamo i dati delle nuove aperture del 2022 con quelle prepandemiche il sistema imprenditoriale regionale mostra segni di decadimento, infatti, rispetto al 2019 sono state 1.400 le aperture in meno e 1.900 le chiusure in più.
La conclusione di CRESA è che Il sistema regionale delle imprese che nel 2021 aveva dato prova di buona capacità di ripresa dallo shock pandemico, come nel settore dell’edilizia dove si è registrata una ripresa, grazie agli aiuti pubblici con i superbonus concessi per l’efficientamento energetico degli edifici.