“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
L'Australia chiude i rifugiati nell' "Isoletta della Morte"
Oggi Canberra ha adottato il sistema "No Way". I barconi vengono fermati al largo da navi vedette australiane: tornate a casa vostra oppure vi chiudiamo a Nauru
L'AUSTRALIA CHIUDE I RIFUGIATI NELL'ISOLETTA DELLA MORTE. L'Australia nacque come "l'isola di sfogo" dell'Inghilterra. I figli di Albione non sapevano piu' dove parcheggiare migliaia e migliaia di galeotti, assassini, ladri, ubriaconi, stupratori inglesi, scozzesi, irlandesi che non avevano nessuna intenzione di lavorare. Cosi', un po' alla volta, the "Great Lion" mando' in Australia navi a vela cariche della feccia anglosassone. Come fecero i bianchi in America con i cosiddetti indiani, respinti nelle brutali riserve, anche in Australia i natives giunti nell'isola dall'Africa e dall'Asia, furono sospinti nella zona West dell'isola, torrida e miserabile. Insomma, una nazione nata con l'emigrazione, come nessun altro luogo nel mondo. Oggi Canberra ha adottato il sistema "No Way". I barconi vengono fermati al largo da navi vedette australiane: tornate a casa vostra oppure vi chiudiamo nell'isoletta Nauru, 21 chilometri quadrati nella zona di Papua Nuova Guinea, caldo asfissiante, poca vegetazione, poche centinaia di locals che hanno lavorato per gli inglesi quando scoprirono il fosfato. Oggi, tutto esaurito, vivono a Nauru in attesa della morte. I rifugiati (che giungono da Iran, Afghanistan, Siria, Iraq e Pakistan) sono costretti a vivere senza certezza del proprio futuro; i casi di depressione e malattia mentale sono altissimi e molti bambini soffrono di "sindrome da rassegnazione". Le cose non cambieranno. Australia salda nelle sue posizioni, per le quali ha speso finora 8,5 milioni di dollari.