“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
L'Aquila vola (basso) a sei anni e mezzo dal terremoto
Alla vigilia di un nuovo Natale in centro, cantieri ed imbracature, tanti, operai, molti, commercianti, pochi, umanità varia, pochissima, bambini non pervenuti
Sei anni e mezzo dopo dopo il devastante terremoto del 6 aprile 2009, apriamo una finestra su L'Aquila. Osserviamo, in centro, cantieri ed imbracature, tanti, operai, molti, commercianti, pochi, umanità varia, pochissima, bambini non pervenuti. Alla vigilia di un nuovo Natale a cui chiese, con bocche ancora sdentate, si preparano ad intonare inni, una percentuale di popolazione, da dita di una mano sola (per il centro storico si parla di un 2/3% di residenti) è rientrata in casa. In periferia la percentuale è maggiore. Lì la ricostruzione è iniziata presto anche perché spesso promossa dai cittadini prima dell'arrivo dei fondi pubblici. Le frazioni dormono il silenzio di chi non ricorda più come si aprono gli occhi. Nelle new town si sopravvive. Appartamenti si svuotano e si riempiono di ex ospiti gli alberghi, di MAP o del Fondo Immobiliare. Qualche alloggio resta vuoto ma sempre caldo. Sì, perché sono speciali queste new town: migliaia di persone che costituiscono una comunità costretta di famiglie che insieme gelano, insieme si scaldano, insieme patiscono la carenza di luoghi possibili, di cura del verde, di spazi di socializzazione. Si gelava ancora il 15 ottobre scorso quando, pur in presenza di un provvedimento del Sindaco che autorizzava l'anticipo dell'accensione del riscaldamento al 13, molte C.A.S.E. erano al freddo, alcuni alloggi anche domenica 24 ottobre. Lavoro intenso per la nuova società incaricata della gestione degli alloggi Case e MAP che, dal 1.09.2015, è la Guerrato SPA. Una comunità di individui soli, soprattutto gli anziani, per i quali raggiungere un centro commerciale dipende dal dono fatto da chi ha tempo e disponibilità da donare. Gli orari dell'AMA, la gestione del trasporto pubblico aquilano, mostrano, in molte parti, una sola corsa l'ora. Sopravvivono, questi individui, placando a forza la loro umanità nella durezza delle incombenze quotidiane. Si paga al Comune l'affitto (quasi tutti), il riscaldamento centralizzato (che scalda a volte anche alloggi vuoti). Ed il pagamento, del riscaldamento in particolare, è spesso fatto oggetto di proteste e diffide poiché si paga tutti e non in base al consumo individuale. Negli anni queste new town che, negli annunci dell'allora presidente del Consiglio, Berlusconi, e dell'allora capo della Protezione Civile, Bertolaso, dovevano essere sicure ed ecocompatibili e naturalmente, aggiungiamo, pro tempore, hanno cominciato a vedere "pezzi" svanire. E non importa se è una parte di muro, un tubo, un po' di tetto, o persino un terrazzo a cadere: fortunati loro! Perché la ricostruzione c'è, dicono, e L'Aquila vola (basso).
Giada Cucci