“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
L'Aquila. Senza lavoro al 36,5%
Succede nel più grande cantiere d'Europa: le imprese edili falliscono e mandano gli operai in cassa integrazione
LAVORO. IL DRAMMA DEL CAPOLUOGO D'ABRUZZO. Continua l'agonia del Capoluogo d'Abruzzo alle prese con la più devastante crisi occupazionale della sua storia. E' notizia di poco fa che altri 45 operai (Technolabs) vanno a fare compagnia ai 68 (Intercompel), che già si erano aggiunti ad altri 33 (PA Service) nei giorni precedenti e così via: semplici numeri che in realtà nascondono una catena interminabile di vite umane distrutte, spezzate, nei sogni e nelle speranze, a causa di un lento declino iniziato prima del terremoto, proseguita con incessante accelerazione e destinata a continuare, lasciandosi dietro vuoto e disperazione. Un tempo esisteva a L'Aquila il polo tecnologico, una fitta rete di imprese all'avanguardia nel settore della ricerca e dell'It: oggi tutto questo non c'è più.
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE AL 36,5%. Gli ultimi dati fotografano una realtà che vede un tasso di disoccupazione giovanile del 36,5%. Parafrasando la celeberrima, quantomai sgradevole, definizione del Ministro del Lavoro Fornero si potrebbe dire che più di un aquilano, ragazzo o ragazza, dai 15 ai 35 anni, è schizzinoso. Come se tutti i ragazzi “choosy” avessero deciso di vivere a L’Aquila, la città distrutta dal sisma del 6 aprile del 2009: un colpo "mortale" all'economia di un territorio già gravemente in difficoltà. Eppure, all’indomani di quel tragico evento, in una città avvolta dall’affetto di un’intera nazione e incantata dinanzi al “miracolo italiano”, chi avrebbe mai pensato che a distanza di soli 3 anni nel “più grande cantiere d’Europa” potessero esserci imprese edili sull’orlo del fallimento e con operai in cassa integrazione? Ed, è soltanto una delle tante condraddizione che si è riusciti vivere in uno strano paese chiamato Italia.
Marco Beef