“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
John Lennon è vivo e lotta ancora insieme a noi
L'8 dicembre, per gli amanti della musica, non è un giorno di festa. L'Immacolata Concezione del rock, infatti, coincide da 37 anni con l'omicidio dell'ex Beatle. Ne parliamo in questo articolo
37 ANNI SENZA "JOHN". L'8 dicembre, per gli amanti della musica, non è un giorno di festa. L'Immacolata Concezione del rock, infatti, coincide da 37 anni con un anniversario molto triste: quello dell'omicidio di John Lennon, indimenticato genio dei Beatles nonchè attivista e pacifista. E forse è stato proprio quest'ultimo aspetto a portarlo a diventare, nel corso del tempo, un personaggio scomodo, tant'è che non tutti sono convinti che la mano di Mark Chapman sia stata armata (soltanto) dalla follia di un fan troppo accanito, ma ritengono che dietro possano esserci anche altre motivazioni.
Ad ogni modo, in questa sede mi preme ricordare la figura storica di Lennon come individualità imprescindibile per tante ragioni. Si può dire, ad esempio, che con il suo assassinio si sia chiusa un'epoca e, soprattutto, sia terminato improvvisamente e barbaramente un sogno, lo stesso che lui cantava sin dal 1971 sulle note di un classico intramontabile come "Imagine".
Mi riferisco, ovviamente, a un mondo senza più guerre nè violenza, dove ognuno possa vivere in armonia con se stesso e con gli altri. Era lo slogan esistenziale di Lennon, è diventato purtroppo anche la sua utopia. Eppure l'ideale era, e resta, molto affascinante. John, sin dai tempi del bed in, aveva chiaramente detto al mondo quale fosse il suo "programma", come se in quel momento a parlare all'umanità fosse un politico, e non un "semplice" musicista.
A me John Lennon è sempre piaciuto, e non solo per le cose che ha scritto, ma anche perchè - molto banalmente - mi hanno sempre detto che gli somiglio, e non è difficile capire quanto un simile paragone possa avermi fatto piacere. Il problema dei simboli come Lennon è lo stesso che, a ben guardare, coinvolge un idolo "maledetto" come Jim Morrison (perfettamente contrapposto all'ex Beatle, che era invece un mito positivo) piuttosto che il Che Guevara, cioè il rischio che questi eroi umani rimangano esclusivamente delle icone da stampare su una maglietta, svuotandole così di ogni significato ed eventuale dibattito.
E' invece importante ricordare che la forma va sempre accompagnata alla sostanza, e quindi John Lennon non deve rappresentare soltanto colui che a ogni Natale si rispolvera per "Happy Christmas", ma continuare a essere vivo e a lottare insieme a noi, sempre. Nella quotidianità. Altrimenti a quel punto sì che il suo messaggio sarà realmente andato perso.
Massimo Giuliano