“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
John Fante, il grande scrittore che fece sognare il mondo
Torricella Peligna rende omaggio ad uno dei suoi figli più illustri. Da venerdì 22 al 24 agosto c'è "Il Dio di mio Padre", festival dedicato alla sua opera
La cultura negli ultimi anni ha subito tagli troppo pesanti. Penalizzata ingiustamente. E’ una risorsa importante, da valorizzare e non da affossare. Chi opera nel settore con passione e competenza si scontra non di rado con l’insensibilità di chi ha il potere di concedere i finanziamenti indispensabili, ma bada più all’orticello clientelare che non all’interesse generale. E chi fa le cose sul serio si trova in gravissime difficoltà per poter allestire manifestazioni di un certo livello. Ricordate l’amara fine della straordinaria esperienza del “Teatro di Gioia”? Dacia Maraini è stata costretta ad arrendersi. Giù il sipario, per sempre! Troppa indifferenza istituzionale, sia a livello locale che nazionale. La grande scrittrice ha detto basta. Non era più possibile andare avanti. Un enorme vuoto, dopo avere dato ad un piccolo borgo una grande possibilità di crescita culturale, turistica ed economica. C’è un altro piccolo centro della montagna abruzzese, Torricella Peligna, in provincia di Chieti, che con coraggio va avanti. Il festival letterario “Il Dio di mio padre”, intitolato a John Fante, è giunto alla nona edizione. Messo a punto il programma della manifestazione che inizierà venerdì 22 per concludersi domenica 24 agosto. La macchina organizzativa è da alcuni mesi in attività e la giornalista e scrittrice Giovanna Di Lello, che si occupa della Direzione artistica, sta mettendo a punto i dettagli dell’intenso programma. Spese contenute al massimo. Contributi non molti. L’amministrazione comunale dà come può il suo sostegno, ma sappiamo tutti che le casse dei comuni, grandi e piccoli, non sono floride. Si va avanti con la forza della volontà. Quest’anno c’è anche il “sostegno morale” del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con una “medaglia di rappresentanza”.
Ma quali sono stati gli ostacoli maggiori che gli organizzatori hanno dovuto affrontare e superare in questa nona edizione ? “Come ogni anno – ci risponde Giovanna Di Lello - le difficoltà sono state di tipo economico. Fino all'ultimo non sappiamo mai quanti sono i fondi a disposizione, per cui è sempre molto difficile costruire un programma in queste condizioni e si tende a fare tutto all'ultimo momento. La manifestazione è organizzata dal comune di Torricella Peligna, ma essendo un paese di poco più di 1500 persone, ha ovviamente bisogno della partecipazione di altri enti e di sponsor per poter far fronte a tutte le spese, e questi se aderiscono lo fanno sempre all'ultimo minuto. Ciò nonostante, il comune cerca di garantire ogni anno, con grande determinazione, un budget sufficiente per la realizzazione del festival ma il contributo esterno è fondamentale per proporre un programma di qualità che abbia un appeal a livello nazionale. Nella nostra regione, e in generale in Italia, a differenza dei paesi anglosassoni, i privati non partecipano molto con sponsorizzazioni di manifestazioni culturali. A questo si aggiunge che gli enti hanno sempre meno soldi. Bisogna però capire queste manifestazioni, oltre a proporre cultura, promuovono il nostro territorio e si inseriscono in una rete che insieme ad altri attori contribuiscono allo sviluppo economico del nostro paese. Basti pensare che il turismo culturale è un settore in notevole crescita”.
Quali sono le linee guida di questa edizione?
“Il nume tutelare del festival è John Fante, per cui tutto gira intorno alla sua figura, la cui opera è sempre più amata dai giovani e apprezzata in tutto il mondo. Tanto che in questa edizione avremo ospiti due giovani scrittori olandesi, Jaap Scholten e Henk van Straten, che ci parleranno, insieme all'editore Jasper Henderson e al critico letterario Luca Briasco, della fortuna di Fante in Olanda e di quanto l'opera dello scrittore italoamericano li abbia influenzati. A Fante sono dedicati anche i reading e recital serali, che quest'anno sono in prevalenza affidati ad artisti abruzzesi. Parteciperà, tra gli altri, il comico Nduccio, tanto amato anche dai nostri corregionali che risiedono all'estero, un "fantiano" di lunga data che ci proporrà uno spettacolo inedito in omaggio a John Fante, e il pianista Michele Di Toro, che insieme all'attore televisivo Giovanni Guidelli, farà rivivere il prologo di Chiedi alla polvere, il capolavoro di Fante. Avremo la presenza anche di grandi scrittori come l'americano Stephen Amidon, conosciuto a livello internazionale per "Il capitale umano" (Human capitale) e gli italiani Marcello Fois e Diego De Silva, tutti grandi estimatori di Fante. Come ogni anno, non poteva mancare la sezione Emigrazione, proprio perché Fante è figlio di un muratore abruzzese, di Torricella Peligna appunto, approdato ad Ellis Island nel 1901. In questa edizione presentiamo un'opera molto interessante. Si tratta del "Dizionario enciclopedico delle Migrazioni italiane nel mondo", pubblicato dalla Fondazione Migrantes, a cura di Tiziana Grassi, che sarà presentato insieme al professor Mario Cimini. Interverranno Lucilla Sergiacomo che ci parlerà anche di altri scrittori italoamericani, e Michele Di Mauro che ha scritto un romanzo sulla tragedia di Marcinelle, dal titolo "L'uomo carbone". Nel programma c'è anche una sezione sui viaggiatori, dove parleremo di personaggi come Celso Cesare Moreno, che incarna lo spirito avventuroso ottocentesco molto amato dagli scrittori, con un saggio scritto a quattro mani da Francesco Durante e Rudolph J. Vecoli, e di Thomas Cook, il fondatore della prima agenzia di viaggi, con uno scritto di Masolino D'Amico (Il viaggiatore inglese). Mi preme, inoltre, ricordare che anche quest'anno sarà con noi Dan, il figlio di John Fante, anch'egli scrittore che ci leggerà alcune sue poesie e racconti inediti che saranno a breve pubblicati dalla casa editrice italiana WhiteFly Press”.
Quest’anno il festival rende omaggio a Charles Bukowski, nel ventesimo anniversario della morte. Bukowski stimava moltissimo Fante, tanto da dire: “Era il mio Dio”. Da dove traeva origine questa “venerazione” ?
”Bukowski conosce l'opera di Fante da giovanissimo. In cerca di modelli di scrittura, si trovava nella biblioteca comunale di Los Angeles (Public Librery) quando si imbatté per la prima volta in "Chiedi alla polvere", che lo colpì subito per la sua immediatezza e autenticità. Più tardi, nell'introduzione della ripubblicazione del romanzo, affermerà che "è scritto con le viscere e per le viscere, con il cuore e per il cuore" e che "ironia e dolore erano intrecciati tra loro con straordinaria semplicità". Negli anni Bukowski coltiva questa venerazione per Fante tanto da far dire al protagonista del suo romanzo "Donne" che il suo scrittore preferito è John Fante”.
Lo scrittore di origine tedesca si impegnò molto per fare uscire Fante dall‘ingiusto oblio e ottenere la ristampa dei suoi libri. Minacciò addirittura il suo editore di non consegnare il manoscritto di un nuovo romanzo.
“La riscoperta di John Fante è in gran parte dovuta a Bukowski. In effetti dopo averne parlato con il suo editore, John Martin della Black Sparrow Press, questo, incuriosito, lo legge e decide di ripubblicare tutti i suoi romanzi, da anni fuori catalogo. Siamo nei primi anni Ottanta. Caduto nel dimenticatoio, Fante fa giusto in tempo ad assaporare quella che sarebbe stata la sua nuova stagione letterario. Muore nel 1983, minato dal diabete. Martin pubblica successivamente anche i suoi numerosi inediti, molti dei quali rifiutati negli anni da altri editori. Esce postumo "La strada per Los Angeles" ("The Road to Los Angeles"), il primo romanzo scritto da Fante, così come anche "1933, un anno terribile" (1933. Was a Bad Year") e tanti altri. Queste opere saranno subito dopo tradotte in Francia e poi in Germania e Italia, in un periodo in cui Bukowski era molto popolare in Europa. Il libro a cui Bukowski era più legato è senz'altro "Chiedi alla polvere". In "Donne" il protagonista si identifica con Arturo Bandini, l'alter ego di Fante nel suo capolavoro del 1939 (come anche di altre sue opere)”.
Dai grandi autori di ieri alle nuove generazioni di scrittori. Torricella Peligna è anche un laboratorio per le nuove leve.
“All'interno del festival si svolge ogni anno anche un premio dedicato agli scrittori esordienti. Si tratta del “Premio John Fante opera prima”. Quest'anno i tre finalisti sono Luisa Brancaccio, Francesco Formaggi e Riccardo Romani. La giuria tecnica che li ha scelti è composta da Francesco Durante, uno dei massimi esperti di John Fante e letteratura italoamericana, Masolino D'Amico, un docente di letteratura inglese, e Lucilla Sergiacomo, critico letterario. A decretare il vincitore sarà una giuria popolare, durante i giorni del festival. Questo premio nasce per ricordare appunto il personaggio di Arturo Bandini, un giovane aspirante scrittore italoamericano che cerca il suo posto nel mondo, in gran parte ispirato a Fante.
Verranno presentate opere di autori molto importanti. E’ la conferma che questo festival ha raggiunto una certa autorevolezza e riesce a coinvolgere prestigiosi nomi italiani e stranieri. Come la partecipazione del romanziere Stephen Amidon. Paragonato a Tom Wolfe, Don DeLillo e John Updike, deve la sua popolarità in Italia al film di Paolo Virzì, "Il capitale umano", tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore americano.
“Lo scrittore americano Stephen Amidon sarà presentato da Maurizio Gianotti, giornalista e autore Rai. Amidon è un grande estimatore di "Chiedi alla polvere" e quindi oltre che dei suoi romanzi parlerà anche di Fante.
Dimensione internazionale, motivo di grande orgoglio.
“Per il nostro festival è essenziale avere una dimensione internazionale. E' una scommessa ma nello stesso tempo un'esigenza perché Torricella Peligna, il paese d'origine del padre di Fante, Nick Fante, che ritroviamo citato in diversi suoi romanzi e racconti, è in Europa un punto di riferimento per i "fantiani". Per omaggiare questo scrittore rispettandone la memoria, abbiamo il dovere, nel limite del possibile, di proporre una manifestazione che rispecchi al meglio la sua personalità, l'essenza della sua opera. Solo così si ha credibilità. E' in effetti, negli anni, questa linea adottata dà i suoi frutti. I nostri ospiti, così come il nostro pubblico, quando è qui, al nostro festival, a Torricella Peligna, sente di assistere a qualcosa di speciale, forse di unico. Un bellissimo complimento ci fu dato dallo scrittore Antonio Scurati. Leggendo il nostro programma disse: "Qui, tutto ha un senso".
Quanto interesse c’è da parte del mondo culturale abruzzese nei confronti del festival letterario che il prossimo anno spegne le prime dieci candeline?
“Gli abruzzesi sono molto interessati a Fante. Lo percepiscono come uno di loro, probabilmente. Questo perché Fante, pur essendo uno scrittore che ambienta le sue opere prevalentemente a Los Angeles (oltre che nel Colorado), scrive molto di suo padre abruzzese facendo riferimento alla sua cultura d'origine, alle sue tradizioni. Fante ci parla con grande maestria e senza retorica anche del fenomeno dell'emigrazione di massa che molti corregionali hanno vissuto sulla loro pelle. Per cui, come festival, avendo fatto un lavoro onesto, anche il mondo della cultura abruzzese, che è affascinato da questa figura, ci percepisce come qualcosa di importante con cui confrontarsi. Tant'è che molte associazioni sul territorio cercando di coinvolgerci in eventi su John Fante. In prevalenza i giovani. Ci piace fare rete sul territorio abruzzese ma anche a livello nazionale. E' un modo nuovo di collaborare, un confronto vero, un modo sano di scambiare idee e proposte. Quest'anno abbiamo fatto uno scambio culturale con il festival letterario di Roma, partecipando con un evento off, ma anche con il Festival delle storie della Valle di Comino. Siamo inoltre stati ospiti in Abruzzo del Martin Book Fest, del Vasto Siren Fest e del Montesilvano scrive”.
Domenico Logozzo