“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Israele, libera Al Sarsak!
Mozione dei consiglieri Acerbo e Saia. Il caso del calciatore palestinese da tre mesi in sciopero della fame
MOZIONE PER LA LIBERAZIONE DI AL SARSAK – I consiglieri regionali Maurizio Acerbo e Antonio Saia hanno presentato una mozione per la liberazione del calciatore Mahmoud Al Sarsak, da tre mesi in sciopero della fame in un carcere israeliano nel quale è illegalmente detenuto. Si impegna la giunta regionale abruzzese, la FIGC, e il governo italiano a chiedere alle autorità israeliane l’immediata scarcerazione di Sarsak e di tutti gli sportivi palestinesi illegalmente detenuti in base a leggi speciali di guerra.
CHI E’ SARSAK - Mahmoud Sarsak nasce a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ed è da piccolissimo che scopre la sua passione per il calcio, che lo porta nel giro di pochi anni a giocare con la squadra locale. Non possa molto tempo, che arriva a giocare con la nazionale palestinese nel ruolo di centravanti. Grazie al calcio, Mahmoud può uscire da Gaza per alcune partite.
L’ARRESTO - Il 22 luglio 2009 viene arrestato senza alcuna accusa al valico di Eretz, passaggio obbligato per chi debba entrare nei Territori Occupati da Gaza. Viene tradotto nel carcere di Ashkelon per trenta giorni, interrogato e torturato. Viene poi trasferito nel carcere di Ramleh, dove tuttora è detenuto.
L’APPELLO DEL MONDO DEL CALCIO - Recentemente il Presidente della Fifa Joseph Sepp Blatter, oltre a calciatori di fama mondiale come Eric Cantona e della nazionale spagnola, hanno chiesto l'immediata liberazione del calciatore palestinese affermando tra l'altro: “nei rapporti ricevuti dalla Fifa si evidenzia il fatto che diversi calciatori palestinesi siano detenuti in violazione dei diritti umani e della loro integrità, senza processo ed in maniera illegale, dalle autorità israeliane… La Fifa lancia un appello urgente all’Ifa (Israel Football Association) per attirare l’attenzione delle autorità israeliane competenti, con l’obiettivo di garantire l’integrità fisica dei calciatori interessati, nonché il loro diritto ad un giusto processo”.
Cristian Di Marzio