“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Io so chi ha coperto Venere
L'identikit del colpevole che ha deciso di coprire le statue dei musei capitolini le cui nudità avrebbero potuto offendere la sensibilità del premier iraniano Rouhani
IO SO CHI HA COPERTO LA VENERE CAPITOLINA. A giudicare da quanto i media pubblicano pare che il problema che attenagia il paese non è la disoccupazione, né il pericolo di default delle banche dovuto ai crediti deteriorati, né la povertà assoluta che da noi coinvolge il 5,7% delle famiglie e nemmeno la corruzione (peggio di noi solo la Bulgaria in UE). A quanto pare invece gli abitanti del Bel Paese vogliono crocifiggere chi è che ha avuto la brillante idea di coprire le statue dei musei capitolini, le cui nudità avrebbero potuto offendere la sensibilità del premier iraniano Rouhani in visita in Italia. L'identità del reo risulta atutt'oggi ancora avvolta nel mistero. Deve essere stato qualche misteriosoc funzionario perché Renzi non è stato, Franceschini non ne sapeva nulla e così pure Gentiloni. Gasparri inferocito dichiara: "si esibiscano i documenti e le identità di chi ha attuato questa vergogna di cui l'Italia porterà a lungo la memoria!". Dobbiamo dar credito all'esponente del fu Forza Italia che di figure di merda se ne intende. Non sono un detective, ma secondo me il losco individuo di cui tutti vogliono la testa si annida tra coloro che sono abituati ad ingraziarsi i potenti senza distinzione di razza, religione o fede politica.
L'IDENTIKIT DEL COLPEVOLE. Probabilmente il reo non è un comune leccaculo che si limita a dire sempre signorsì. Si tratta di un gran professsionista del leccaculismo e che pertanto andrebbe ricercato tra quei sottoposti di rango a cui non basta ubbidir tacendo e che fanno di tutto per evitare al Capo, il minimo fastidio (perfino quello di pulirsi il deretano). E alla fine di questo percorso di "ruffianesimo" applicato questa genia diventa antropologicamente qualcosa di diverso dai comuni mortali e paradossalmente finiscono nel gettare nel ridicolo proprio il grande Capo. Il colpevole è lì tra i gran ruffiani di corte.
Clemente Manzo