“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Intervista a Marchionne, l'abruzzese a capo di Fiat e Ferrari
Il nostro Benny Manocchia ha incontrato a Toronto il 62enne manager originario di Cugnoli. Tra sigarette e musica classica il racconto di un abruzzese che ce l'ha fatta
INTERVISTA A SERGIO MARCHIONNE. Sergio Marchionne si presentò così: "Ti dico subito che non mi fido molto dei giornalisti". Poi sorrisi, un sorriso largo, la bocca piena di fumo di sigarette. Mozziconi a iosa sul portacenere del suo tavolo di lavoro. Nel sottofondo musica classica. Toronto era immersa nel freddo, come quasi sempre da ottobre a aprile. Il suo termosifone era spento e lui indossava un maglione nero, che da quel momento in poi gli vidi addosso a New York e in Italia. "Ne ho una dozzina" mi spiegò quasi apologetico. In sostanza una persona che puoi apprezzare ma forse anche - di tanto in tanto - giudicare aspramente. Forse. Ma c'è poco da criticare per quanto riguarda la sua eccezionale qualita' di businessman. Quando prende una strada non puoi iimpuntarlo. "Che ci vuoi fare, sono abruzzese - spiegò - sorridendo. Iacocca, quando era presidente della Chrysler, chiese al governo di Washington un prestito di dieci milioni di dollari. In pochi mesi raddrizzò la morente casa di Detroit e ripagò prima del tempo richiesto il debito con il governo USA. "Già - commentò Sergio (chiamami pure Sergio, se vuoi, mi disse ma non capii se stesse scherzando). "Se in Italia facessero così, non ci sarebbero problemi perchè l'Italia ha capacità e ottime menti per fare affari". Piano piano salì i gradini della Fiat, la raddrizzò, un pò alla volta fece acquistare le azioni Chrysler e oggi è riuscito a mettere assieme un gigante dell'industria delle auto. E dell'Abruzzo che pensava? "Mio padre era di Cugnoli, quando diceva "fai questo" tu lo facevi. Capito? L'Abruzzo è uno dei più interessanti luoghi della nostra penisola. Quando lasciai l'Italia per il Canada a 14 anni, scoppiai a piangere ma mi nascosi, non volevo farmi vedere da nessuno". Oggi ha preso in mano la Ferrari. Si è adirato con Montezemolo perche' sono sei anni che la rossa non vince. Così ha deciso che prenderà le redini della gloriosa casa di Maranello e...d'accordo. Tuttavia Marchionne con la Fiat-Chrysler è impegnato virtualmente notte e giorno. La Ferrari chiede attenzione particolare dovrà (dovrebbe) girare il mondo per 9 mesi dell'anno. Nessuno ne ha parlato. Ma esiste la convinzione di questo cronista che Sergio Marchionne prima o poi (prima che poi) dovrà affidare i compiti per la gloriosa macchina rossa a un tecnicio esperto. Perchè se è vero che nella sua testa ronzano cento e più idee per mettere assieme business di alto gradimento, è anche vero che Sergio non può scomporre il suo cervello in due. A 62 anni (anche se portati bene) l'uomo puo' concentrarsi su una sola cosa. Sbaglio?
Benny Manocchia