“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Interdetto o incompatibile o ?
Il "Signore di Arcore" rischia l'ineleggibilità per conflitto d'interessi. Ma c'è sempre il Pd pronto a salvarlo...
BERLUSCONI INELEGGIBILE: INTERDETTO O INCOMPATIBILE? I guai non finiscono mai per il leader del PDL che rischia l'interdizione dai pubblici uffici se la Corte di Cassazione dovesse confermare la sentenza d'appello sul caso Mediaset. Certo c'è sempre la speranza che il Senato non ratifichi la sentenza, ma in tal caso non sarà così facile ammorbidire gli alleati del Pd. Nell'attesa
della decisione della consulta del 30 luglio, un'altra mina per B. quella dell'ineleggibilità per il conflitto di interessi, si para sul suo cammino. Prontamente però il soccorso rosso del Pd si appresta a sminarla proponendo la solita una soluzione di compromesso. E' noto che una parte dei parlamentari del Pd guidati da Anna Finocchiaro, capo gruppo al Senato, e Roberto Speranza, capogruppo alla Camera dei Deputati, in vista delle prossime riunioni della Giunta per le elezioni, hanno recentemente dichiarato che la legge del 1957 sull'ineleggibilità per conflitto di interesse, non è applicabile al Signore di Arcore titolare di un impero mediatico. Forse però il Pd, diviso al suo interno sull'ineleggibilità del Cavaliere al Senato, si ricompatterà con un compromesso se sarà approvato il disegno di legge presentato al Senato da Massimo Mucchetti e Luigi Zanda, per intenderci quello che ha dichiarato che avrebbe votato per l'ineleggibilità del Cavaliere. L'attuale legge sull'ineleggibilità per conflitto di interesse verrebbe ad essere modificata e anzichè ineleggibile il senatore in conflitto di interesse diventerebbe incompatibile. In base alla legge del 1957 la giunta per le elezioni, una volta accertato il conflitto di interessi, dichiara ineleggibile il candidato. Con le modifiche proposte da Mucchetti, Zanda e altri 23 senatori del Pd, il candidato in conflitto non decadrà automaticamente, ma avrà un anno di tempo per decidere se diventare parlamentare vendendo le aziende controllate, oppure continuare a svolgere l'attività imprenditoriale rinunciando però alla carica di parlamentare.
COSA DICE LA LEGGE 361 DEL 1957. Secondo la legge del 1957, non sono eleggibili "coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministazioni, oppure per concessioni (come è il caso di Mediaset ndr), o autorizzazioni di notevole entità economica". L'interpretazione che fin'ora è stata data di questa legge è paradossale in quanto, non essendo Mediaset costituita sotto forma di impresa individuale, e non essendo B. rappresentante legale di Mediaset, la 361 non sarebbe a lui applicabile pur essendo l'azionista di riferimento di Mediaset. Da quando B. nel lontano 1994, è entrato in politica sia il centro-destra che il centro sinistra hanno sempre interpretato la legge in modo letterale, per cui l'ineleggibile sarebbe non lui il dominus, ma un suo sottoposto sia pure influente, Fedele Confalonieri presidente di Mediaset. Anche un bambino capirebbe che è questa interpretazione priva di logica, ma tant'è destra e sinistra non hanno avuto dubbi: B è eleggibile-
IL DISEGNO DI LEGGE DEL PD NON SANA I CONTRASTI INTERNI SULL'INELEGGIBILITA'. Nel frattempo il senatore Pd, ex magistrato, Felice Casson e membro della giunta per le elezioni, che evidentemente ritiene applicabile la 361 a B., ha intanto chiesto l'acquisizione degli atti del processo Mediaset da cui emerge che effettivamente B. controlla l'impero Mediaset, ergo sarebbe ineleggibile. Che Grillo colga nel ddl la prova dell'ennesimo inciucio per salvare il Cavaliere non meraviglia, ma che lo colga anche Laura Poppato, esponente di spicco del Pd, desta qualche preoccupazione. Ha infatti dichiarato "se l'intenzione è quella di tentare una forma compromissoria per mantenere inalterati
gli equilibri politici nazionali, allora io metto in guardia: non verrebbe compreso dalla maggior parte dei nostri elettori, per non dire tutti".
Clemente Manzo