“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Infrastrutture. I rischi delle autostrade A24 e A25 finiscono in Parlamento
Il senatore Aldo di Biagio interroga il Ministro Grazianp Del Rio sulle attività di messa in sicurezza dei viadotti e percorsi autostradali abruzzesi post-sisma 2009
Di seguito il testo dell'interrogazione:
la città de L'Aquila e molti altri comuni e aree contermini della Regione Abruzzo sono stati colpiti nel 2009 da un terribile terremoto che ha causato centinaia di morti, feriti e distruzione. Quell'evento sismico causò inoltre seri danni alla rete infrastrutturale e viaria dell'area interessata, mentre danni minori riportarono anche le autostrade A25 e A24, uniche arterie di collegamento veloce con il resto del Paese;
il 24 agosto 2016 un nuovo grave sisma ha colpito l'Italia centrale con epicentro in alcuni comuni della provincia di Rieti e gravi ripercussioni in altri delle regioni Marche, Abruzzo e Basilicata, causando circa 300 vittime, centinaia di feriti, danni enormi agli insediamenti abitativi e produttivi, alle infrastrutture di ogni genere, ai beni culturali e agli edifici pubblici;
nella carta "classificazione sismica al 2015" l'Ufficio rischio sismico e vulcanico del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, quale recepimento da parte delle Regioni e delle Province autonome dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 2003, ha inserito la zona centrale dell'Italia con la massima qualifica di pericolosità "zone sismiche- livello di pericolosità 1 e 1-2A ";
in Italia i geologi si aspettano per il prossimo futuro terremoti con energia 30 volte più forte di quello di Amatrice. Non si può sapere quando, né dove di preciso, ma di sicuro avverranno, essi sostengono. L'allarme arriva dal sismologo Antonio Piersanti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che il 26 agosto ha dichiarato all'AdnKronos: "I terremoti degli ultimi anni hanno portato in sé delle grandi tragedie, con un elevato numero di vittime, ma purtroppo la Terra ci sta dando degli avvertimenti perché in Italia avverranno dei terremoti più forti di questo. Abbiamo la certezza che arriveranno a magnitudo 7, che equivale a un fattore + 30 di energia liberata rispetto a una magnitudo 6.0 come quello di Amatrice". I sismi che sono attesi "saranno, per intensità simili a quello dell'Irpinia nel 1980, al sisma di Messina e Reggio Calabria nel 1908" spiega ancora Piersanti, che, a fronte di queste evenienze, lancia il monito: "bisogna essere preparati adeguatamente in termini di qualità dell'edificato";
in Italia, del resto, si perde facilmente la memoria. "Il fatto che dal terremoto dell'Irpinia del 1980 a quello di Colfiorito del 1997, non ci sono stati sismi molto forti - aggiunge - se da una parte è stata una fortuna, dall'altra ha fatto sì che si sia persa la memoria. Dal 1997 invece i terremoti di una certa intensità si sono ripetuti con una maggior frequenza, nel 2002 San Giuliano di Puglia, nel 2009 L'Aquila, nel 2012 l'Emilia Romagna e quest'anno il terremoto di Amatrice";
l'art. 1, comma 183, della legge n. 228 del 2012 (legge di stabilità per il 2013) relativamente alla messa in sicurezza post terremoto 2009 dell'Abruzzo, aveva previsto che per le autostrade A24 e A25 si dovesse "procedere all'adeguamento delle stesse alla normativa vigente per l'adeguamento sismico e la messa in sicurezza dei viadotti (...) per l'adeguamento degli impianti di sicurezza in galleria (...) nonché per la realizzazione di tutte le opere necessarie in conseguenza del sisma del 2009";
la stesso comma indicava peraltro la A24 e la A25 quali "opere strategiche per le finalità di protezione civile", utilità manifestatasi proprio in occasione degli interventi di soccorso attuati dopo l'ultimo sisma in Italia centrale;
risulta all'interrogante, come ampiamente riportato dalla stampa locale e nazionale, che da anni sia stato avviato il confronto tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il concessionario sulla revisione del piano economico-finanziario e conseguente progetto per la messa in sicurezza di quelle autostrade, in quanto lo stato di quelle infrastrutture, in particolare dei numerosissimi viadotti, risulterebbe compromesso, essendo passati oltre 30 anni dalla loro costruzione e a seguito degli eventi sismici ricordati. Autostrade che in ogni caso non sono più rispondenti alle norme antisismiche e di rispetto della normativa in materia di adeguamento degli impianti di sicurezza in galleria riviste dalla normativa (decreto legislativo n. 264 del 2006);
risulta inoltre come vi siano aspri conflitti, o comunque divergenti vedute, tra il Ministero competente e il concessionario per l'individuazione degli interventi da eseguire per la messa in sicurezza di quelle autostrade, come risulta anche da una recente risposta data dal sottosegretario Benedetto Della Vedova ad un'interpellanza in materia presentata alla Camera dei deputati. Scontro tra le parti che ad oggi risulta non abbia consentito né l'approvazione, né tantomeno l'avvio delle opere necessarie per mettere in sicurezza delle arterie definite "opere strategiche per le finalità di protezione civile",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo abbia attentamente valutato i rischi che gli utenti delle autostrade A24 e A25 corrono nel percorrere delle infrastrutture che, ancora oggi, dopo 4 anni non sono state messe in sicurezza come stabilito dall'art. 1, comma 183, della legge n. 228 del 2012 relativamente alla messa in sicurezza post terremoto 2009 dell'Abruzzo, che aveva previsto che per le autostrade A24 e A25 si dovesse "procedere all'adeguamento delle stesse alla normativa vigente per l'adeguamento sismico e la messa in sicurezza dei viadotti (...) per l'adeguamento degli impianti di sicurezza in galleria (...) nonché per la realizzazione di tutte le opere necessarie in conseguenza del sisma del 2009";
quando e quali misure intenda assumere per una rapida definizione della questione della messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, in modo che risulta chiaro, sin da ora, a quali soggetti dovranno eventualmente essere attribuite le responsabilità future per eventuali danni derivanti alle persone e alle cose, dovute alla mancata applicazione di quanto previsto dall'articolo 1, comma 183, della legge n. 228 del 2012.
Redazione Independent