“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
IndieRocket Festival? Io vado!
Ritorna l'evento creato da Paolo Visci. La nona edizione venerdì 8 e sabato 9 fra il centro storico e Tipografia
PROGRAMMA 8 DICEMBRE 21.15 Orange (Via Nazario Sauro, 15), live dei Death by Pleasure (Italia), Disquieted by (Italia). Il sabato inizia con la coda del venerdì più rock oriented mentre si vira verso l'elettronica. Prima nuove dosi massicce di suono compatto con i Death by Pleasure: garage/lo-fi, attudine punk, reminescenze 60s e psichedelia shoegaze mescolati con sapienza. Un debutto assoluto, direttamente dalle montagne di Trento, per un sound che, al di là dei riferimenti di genere, trova una sua via del tutto personale. Alla chitarra Mirko Marconi dei Casa del Mirto. E ancora con i Disquieted by, attivi già dagli inizi del 2000. Il loro LP d'esordio è però del 2012. Performance mitiche, live al fulmicotone, in equilibrio tra hardcore anni '90 e territori vagamente blues e rock'n'roll. 22.30 Tipografia (Via Raiale, 169), live dei Kelpe (Inghilterra), Filastine (Usa/Indonesia), Gudrun Gut (Germania) e dj set di In Flagranti (Usa/Svizzera). La musica cambia e il radar è impostato per seguire le profondità dell’elettronica internazionale. Kel McKeown è Inglese, il suo nome d'arte è Kelpe. Con alla batteria Chris Walmsley (Psapp, Broadcast), miscelano Flying Lotus e Prefuse 73 con la loro Idm sporcata da hip hop, funk, beat anomali e tanti bassi. Losangelino di nascita ma apolide per vocazione, Filastine (ore 23:00) è un artista audiovisivo che vive a Barcellona, ed è accompagnato dalla bellissima voce dell'indonesiana Nova. Suoni contaminati composti da ritmi urbani, echi dub, orchestrazioni lo-fi, hip-hop di periferia e canti provenienti da svariate regioni del mondo. Con bassi potenti e ritmi incalzanti. La sua musica si potrebbe definire transnazionale, fa collidere le frequenze bassissime del dubstep con quelle altissime dei beat. Il nome di punta della serata (ore 00:00) è la tedesca Gudrun Gut, al secolo Gudrun Bredemann, uno degli storici pesi massimi dell’underground berlinese che si cela dietro le produzioni delle etichette Monika Enterprise e Moabit. Camaleontica, versatile e spregiudicata, compare sulla scena culturale dell’allora capitale divisa a fianco degli Einstürzende Neubauten, staccandosene quasi subito per inseguire il suo ideale artistico, fusione di spirito punk e femminismo. “Wildlife” è il suo ultimo album, uscito nel trecentesimo anniversario della nascita di Jean-Jacques Rousseau. Intende celebrare la natura selvaggia in tutte le sue forme, utilizzando un linguaggio dall’impalcatura beat-oriented lasciando spazio a strutture astratte e minimaliste che conservano l’umore rilassato e sensuale delle sue produzioni più lounge. Alle ore 01:30, in collaborazione con Slow Motion, si va dal live al dj set di In Flagranti, un caposaldo della scena dance elettronica della Grande Mela. Sin dagli esordi esplorano il background "Cosmic" in ogni possibile sfaccettatura. La loro attitudine "do it yourself" li porta ad esplorare le infinite possibilità di un'estetica del "copia e incolla", glamour e trash, elettro-disco di Giorgio Moroder e Patrick Cowley, il punkfunk di Liquid Liquid e A Certain Ratio. Le copertine dei loro dischi sono osannate dalla rivista Wired.