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Inchiesta "Mare-Monti" sulla strada fantasma: D'Alfonso assolto in Corte d'Appello
Si chiude il processo per la strada incompiuta Pescara-Penne per la quale sono stati spesi oltre 6 milioni di euro e che avrebbe collegato l'area vestina alla costa
D'ALFONSO ASSOLTO "PER NON AVER COMMESSO IL FATTO" NELL'AMBITO DEL PROCESSO MARE-MONTI. Dopo moltissimi anni, per la precisione dall'inizio dell'inchiesta nel 2001, si chiude la vicenda della strada fantasma Penne-Pescara. La Corte d'Appello dell'Aquila ha assolto per non aver commesso il fatto dai reati di truffa e falso il presidente della giunta regionale, Luciano D'Alfonso per il quale aveva anche rinunciato alla prescrizione. Insieme al governatore-senatore è stato assolto con la stessa formula l'imprenditore pescarese Carlo Toto, leader dell'omonimo gruppo industriale. La Corte d'Appello ha confermato, a parziale riforma della sentenza di primo grado, la prescrizione per gli altri due imprenditori, Paolo e Alfonso Toto condannati al pagamento delle spese processuali.
LA VICENDA DELLA STRADA FANTASMA. Il processo ha preso in esame la mancata realizzazione della Strada Statale 81 nell'area Vestina, la cosiddetta Mare-Monti, e la perizia di variante approvata dalla Provincia di Pescara, dal 1995 al 1999 presieduta da D'Alfonso accusato di falso e truffa perché avrebbe avrebbe favorito i Toto permettendo loro di realizzare la strada, senza le necessarie autorizzazioni, all'interno della riserva naturale del Lago di Penne.Per quell'opera incompiuta vennero spesi sei milioni di euro, un progetto che avrebbe dovuto collegare il versante marino alle principali strade di accesso alla montagna abruzzese.
Redazione Independent