“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Inceneritori? No grazie!
Il Wwf al presidente Chiodi: «Usi le parole giuste. I termovalorizzatori non esistono»
INCENERITORI. CHIODI "BECCATO" DAL WWF. Il presidente della Regione Gianni Chiodi è tornato a parlare nei giorni scorsi in un convegno a Teramo di “termovalorizzazione” dei rifiuti, rispolverando la normativa, varata dal centrosinistra e mai rinnegata dal centrodestra, che prevede la costruzione di tali impianti in Abruzzo quando la percentuale di raccolta differenziata superi stabilmente il 40%, evento che il presidente ritiene ormai imminente. Il WWF Abruzzo precisa innanzitutto che il termine “termovalorizzatore”, seppure di uso comune, è del tutto fuorviante: «Si tratta – dichiara il presidente dell’associazione ambientalista Luciano Di Tizio - sempre e soltanto di inceneritori. Gli unici modi per “valorizzare” davvero un rifiuto sono il riuso e, in seconda battuta, il riciclo. L’incenerimento, anche nel caso sia prevista una qualche forma di recupero energetico, costituisce sempre e soltanto un semplice smaltimento. Il presidente Chiodi farebbe bene nei suoi interventi, per non trarre, di certo involontariamente, in inganno i cittadini, a pronunciare l’unico termine corretto, non a caso anche l’unico utilizzato nella normativa europea di riferimento, che è appunto “inceneritore”. Usare le parole giuste servirebbe a evitare confusione e far sapere agli abruzzesi che cosa davvero si sta progettando per il loro futuro». Va detto, poi, che ad oggi, nonostante i progressi indubbiamente compiuti dalla tecnologia, non esiste un inceneritore sicuro: anche quelli dotati dei più moderni e sofisticati sistemi di filtraggio e di abbattimento delle emissioni riescono a trattenere solo una parte del particolato generato dalla combustione.
PERICOLO AVVELENAMENTO DELL'ATMOSFERA. Non esistono ad esempio filtri o altri analoghi sistemi in grado di impedire la diffusione, col fumo di combustione, di micro e nano polveri (dal PM 2,5 al PM 0,01), in grado di accumularsi nell’organismo umano e pericolosissime per la salute. Brescia, dov’è attivo il più grande inceneritore d’Italia (quello che, grazie a un sapiente copyright, può utilizzare per sé in esclusiva il termine di “termoutilizzatore”), è la città nella quale si rilevano i livelli più alti di PM 10 e di PM 2,5 dell’intera Lombardia e tra i più alti in Europa. Una recentissima campagna dell’ISDE-Medici per la salute rivendica il diritto dei bambini a vivere in un ambiente non inquinato. Ci auguriamo che anche Chiodi, la sua giunta e l’intero Consiglio regionale siano d’accordo.
Redazione Independent