“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
In principio era Gioia (Poi?)
L'elezione di un Papa è sempre un evento carico di fascino e mistero. A chi tocca salire sulla Croce?
ELEZIONE DEL PAPA (LE RAGIONEI DELLA STORIA). L’elezione di un Papa è un evento memorabile, fitto di mistero e fascino. Tradizione millenaria vuole che i Cardinali di ogni parte del mondo si rinchiudano all’interno delle mura vaticane in attesa che lo spirito santo illumini la loro scelta. La Storia insegna, invece, che tutte le elezioni dei pontefici sono sempre state determinate più dalla politica che dall’illuminazione celeste. Anche questa elezione, dunque, non dovrebbe andare in maniera tanto diversa, se non fosse che il momento che la chiesa vive imporrebbe a Dio di “scendere”, almeno per una volta, in campo. In gioco questa volta c’è il Suo futuro e quello della Sua religione.
LA CRISI DELLA FEDE. In Occidente viviamo, infatti, una grande crisi di fede e un forte sentimento di delusione verso le più alte cariche della Chiesa di Roma. La nostra è un’epoca dove l’idea di Dio sta lentamente disperdendosi mentre, paradossalmente, il potere “temporale”della Chiesa di Roma sembra crescere a dismisura. In Italia, in particolare, sta scomparendo l’idea di religione come precetto morale ma in compenso i sermoni e le scomuniche continuano più che mai a condizionare le scelte etiche e politiche del nostro paese. In questo contesto storico l’unica possibilità che le gerarchie vaticane hanno per fermare il declino è abbandonare “i palazzi di Cesare” e tornare sulla “barca di Pietro”. Dio non sta nella casa del padrone, non so cosa impedisca a tanti alti prelati di leggere questa lampante verità: la loro avidità o la loro disattenzione. Forse contemplano ma sicuramente non comprendono.
IL NUOVO COMPITO, IL NUOVO PONTEFICE. Al nuovo Papa l’arduo compito di traghettare le istituzioni romane fuori dal palazzo e scostare la cortina di fumo che gli impedisce di vedere. Aldilà del nome, infatti, noi vorremmo che il nuovo Pontefice fosse scelto fra i tanti di quei preti, e Dio solo sa quanti ce ne sono, che hanno deciso di fare proprio il messaggio del figlio di Dio “sono venuto per servire e non per essere servito” e che per questo abbiano deciso di abbandonare il calore della chiesa per il freddo della strada. Uno di quei pastori che abbia stampata bene in mente questa frase “non si possono amare le persone e non far loro visita “ e che per questo conosca per nome ognuna delle sue pecore. Che abbia trovato la casa del Padre ai margini dei marciapiedi e che abbia deciso di farsi testimone sedendosi alla tavola degli “ultimi”, condividendo con loro gioie, dolori e un po’ di vino.
LE "DIVINE" CARATTERISTICHE. Un uomo cha abbia la purezza di Don Tonino Bello, la fedeltà al vangelo di Don Andrea Gallo e la lucidità teologica del Vescovo Brasiliano Camara. Un prelato che non conosca l’avidità e l’aggressiva competitività che governa così tanta parte del mondo e che non creda alle gerarchie imposte per legge divina. Un uomo che non si sia mai inchinato alla legge del denaro ma che conosca il prezzo delle cose, che non abbia accumulato conti correnti allo IOR ma abbia solo qualche moneta in fondo a una tasca da poter donare. Un padre amorevole e che rivolga il suo sguardo puro a tutti i bambini e che da loro impari la leggerezza, il candore dell’anima e la spensieratezza. Una madre dolce con tutti i suoi fanciulli ma, che in fondo, come tutte le mamme, ami soprattutto i figli diseredati e cresciuti male. Che la sappia abbastanza lunga sul mondo e la vita da sapere che la passione della carne non si può reprimere ma si deve consapevolmente vivere, che non esistono gli orientamenti sessuali ma esiste la sessualità. Un uomo sorridente, giocoso e felice che veda la vita come una esperienza leggera, alle volte seria ma mai grave. Che ritorni al Vangelo e che, quando uscirà dalla finestra del Vaticano dopo la fumata bianca, dirigendo il suo viso dall’alto verso il basso guarderà la gente radunata per acclamarlo sotto nella piazza di San Pietro inizi il suo pontificato pronunciando queste parole “In principio era la gioia”.
Francesco Mimola