“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Imprenditore col vizio della cocaina finisce nelle mani degli usurai
Due arresti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Pescara per i reati di usura aggravata, estorsione e spaccio. Nei guai una coppia di Pescaresi di 37 e 32 anni
Nevica su Pescara come se fossimo al Polo Nord. Ma in realtà, come sostenuto più volte da questo giornale e non solo da noi, il Capoluogo adriatico rappresenta uno dei principali luoghi di consumo e spaccio di cocaina di tutto il centro sud Italia. E come tutti sanno, l’uso di sostanze stupefacenti alimenta illegalità varia e favorisce il crimine ed i reati in genere, come nella vicenda che ci accingiamo a raccontare poi. Il protagonista é un uomo, un noto imprenditore col vizio della polvere bianca, una persona insomma come tante purtroppo oggi, il quale é finito nei guai e nello specifico nelle mani di due presunti strozzini, una coppia di pescaresi di 37 e 32 anni, appunto per fatti legati alla droga. Ma come si è giunti a questo punto? La vittima, esasperata dalle continue richieste di denaro, si è recata in Questura per sporgere denuncia e dalle indagini sono scaturiti gli arresti odierni (il 37enne si trova ora in carcere mentre la compagna e’ agli arresti domiciliari per i reati di usura aggravata, estorsione e spaccio di stupefacenti in concorso).
Agli investigatori l’imprenditoria ha ammesso il problema della dipendenza ed ha raccontato che acquistava al prezzo di 100 euro una dose di droga da 0,5 grammi, per una media di oltre 1.000 euro mensili. Sempre agli inquirenti l’uomo ha raccontato che le cessioni avvenivano presso la residenza della donna ed alla presenza del marito della stessa. Ben presto, come in ogni storia di dipendenza grave, l’uomo si è ritrovato in condizioni di ristrettezze economiche e gli stessi indagati ne avrebbero approfittato prestandogli del denaro ad interessi usurari. Infatti, a fronte di un debito di 3.000 euro, la coppia si faceva promettere dalla vittima la consegna delle somme di euro 6.000, poi 7.000 ed ancora 8.000 con cadenza pressoché mensile.
Da quanto è emerso sembrerebbe che ai propri aguzzini avesse versato oltre 13.500 euro perché minacciato ma anche temendo che le sue abitudini venissero rese pubbliche. Circostanze, queste ultime, avvenute negli ambienti frequentati dalla vittima, per strada e persino presso la sua abitazione.
“La Squadra Mobile - si legge nella nota stampa - oltre a documentare tali attività vessatorie, nello scorso mese era già riuscita ad effettuare l'arresto in flagranza della 32enne, trovata in possesso di sostanze stupefacenti all'interno della propria abitazione, ma tornata in libertà dopo la convalida. Pertanto, nella giornata odierna quest’ultima è stata posta agli arresti domiciliari, mentre il marito è stato condotto in carcere. Si precisa - concludono da via Pesaro - che le responsabilità per i fatti contestati nell’ordinanza del GIP, seppur basate su elementi considerati gravi al punto da fondare le misure cautelari restrittive della libertà di cui si è detto, devono essere comunque poste al vaglio dell’attività processuale e gli odierni indagati non possono essere ritenuti colpevoli fino alla conclusione di tutti i gradi di giudizio