“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ilva. Chiude lo stabilimento
Taranto nel dramma. Cinquemila operai mandati a casa (disattivati i badge). L'azienda: «Cessiamo ogni attività»
L'ILVA DI TARANTO CESSA LA PRODUZIONE. Non si è fatta attendere la risposta dell' Ilva a poche ore dalle misure cautelari e dai sequestri di materiale e dell'area a caldo disposti dalla magistratura di Taranto. Nel comunicato inviato alla stampa l'azienza annuncia «in modo immediato e ineluttabile l’impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto». Ciò significa oltre 5mila operai a casa: sembra, infatti, che siano stati già disatticati i badge d'ingresso degli operai. Ma non finisce qui
LE ALTRE IMPRESE DEL GERUPPO. Appartengono al Gruppo della famiglia Riva anche gli stabilimenti di Genova, Novi Ligure, Marghera, Patrica e Racconigi, i quali potrebbero essere interessati dalla decisione di sospensione di tutte le attività lavorative e le cui conseguenze, non soltanto dal punto di vista occupazionale, sarebbero inimmaginabili. «L'Ilva - si legge nella nota inviata alla stampa - mette a disposizione sul proprio sito le consulenze, redatte da i maggiori esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale, le quali attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l’assenza di un pericolo per la salute pubblica». Con questa iniziativa Ilva vuole ribadire con forza «l’assoluta inconsistenza di qualsiasi eccesso di mortalità ascrivibile alla propria attività industriale, così come le consulenze epidemiologiche sopraccitate inequivocabilmente attestano». Intanto proseguono le inchieste della magistratura.
Marco Beef