“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il voto “montesilvanese” condizionerà quello dei Pescaresi
Come noto a Montesilvano non ci sarà bisogno del ballottaggio poiché gli aspiranti alla carica di sindaco della “terza città” d’Abruzzo sono soltanto due. Leggi la nostra analisi
Secondo la nostra personalissima interpretazione Il voto “montesilvanese” condizionerà quello dei Pescaresi chiamati alle urne, insieme ai ‘vicini’, sabato e domenica prossimi. In che modo? Proviamo a spiegarlo ed a spiegarcelo. Come noto a Montesilvano non ci sarà bisogno del ballottaggio poiché gli aspiranti alla carica di sindaco della “terza città” d’Abruzzo (per numero di abitanti) sono soltanto due: ovvero Ottavio De Martinis (con tutto il centrodestra) e Fabrizio D’Addazio (centrosinistra a “campo largo”). Mentre nel Capoluogo Adriatico sono addirittura quattro: Carlo Masci per il centrodestra, Carlo Costantini alla guida del “campo largo”, Domenico Pettinari con due civiche e Gianluca Fusilli per gli Stati Uniti d’Europa. Ora poiché la legge elettorale prevede che nelle città con popolazione superiore ai 15mila abitanti è sufficiente, in caso di due sole candidature alla carica di sindaco, che sia sufficiente un unico turno elettorale, e quindi chi avrà più voti sarà proclamato sindaco, senza il bisogno di tornare alle urne di nuovo dopo 15 giorni. E questa circostanza, prettamente tecnica, potrebbe essere affatto irrilevante casomai nell’altro comune, quello di Pescara, dovesse essere necessario decidere la ‘sfida elettorale’ col ballottaggio. Insomma, secondo noi, non sarebbe azzardato sostenere che con un’ipotetica ma anche prevedibile (secondo noi) vittoria del candidato De Martinis la ‘partita’ per il centrosinistra pescarese o alternative ad esso, dunque Pettinari ma anche Fusilli, potrebbe risultare decisiva in chiave consenso per ovvie ragioni. A ciò, poi, potremmo anche aggiungere la questione del voto europeo dove le ‘destre’ vengono date in vantaggio sulle alternative. Dunque, se fossimo al posto di coloro che si occupano di “grandi manovre” terremo seriamente in considerazione quanto sopra e la possibilità di avviare, il prima possibile, alleanze strategiche al netto di quanto accadrà attraverso il responso dell’urna, già da lunedì mattina. Che forse, è anche tardi.