“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il presidente del Diavolo non parla col Pm di Savona-Teramo
Anche Luciano Campitelli si avvale della facoltà di non rispondere. In città è panico per il rischio di perdere il titolo sportivo
DIRTY SOCCER, ANCHE CAMPITELLI NON RISPONDE ALLE DOMANDE DEI GIUDICI. Non ha risposto alle domande dei magistrati della DDA di Catanzaro il presidente del Teramo Calcio, Luciano Campiteli, indagato nell'ambito dell'inchiesta "Dirty Soccer" sulla presunta combina nella penultima gara di Lega Pro vinta dal sodalizio biancorosso per 2 a 0. Secondo i giudici la partita sarebbe stata comprata per la somma di 30mila euro ed avrebbe permesso al Diavolo di conquistare la storica promozione in Serie B con una gara d'anticipo assicurandosi il risultato sportivo prima dello scontro diretto contro l'Ascoli. Campitelli, accompagnato dal suo avvocato, Renato Borzone, si e' presentato alla Questura del capoluogo calabrese poco prima delle 12,30, lasciando gli uffici pochi minuti dopo aver comunicato agli inquirenti la sua volonta' di non rispondere alle loro domande. Ieri era toccato al direttore sportivo Marcello Di Giuseppe, indagato col numero uno del sodalizio biancorosso, avvalersi della facolta' di non rispondere.
PARLA L'UFFICIO LEGALE DEL TERAMO. La difesa del Presidente del Teramo Calcio Luciano Campitelli, in esito all'interrogatorio tenutosi in data odierna, per evitare erronee interpretazioni o equivoci in ordine all'atto istruttorio precisa che:
1) il Presidente Campitelli, giunto a Catanzaro per rispondere all'interrogatorio, ha compreso, nella fase iniziale dello stesso, che i fatti ipotizzati nei suoi confronti, peraltro del tutto infondatamente, non sono riferibili a condotte realizzate nella giurisdizione di competenza della autorità giudiziaria di Catanzaro;
2) Di fronte alla formalizzazione di tale situazione processuale, la difesa ha chiarito immediatamente che l'indagato potrà rispondere e risponderà, in ossequio alle norme processuali, all'autorità giudiziaria competente, poiché il rispetto del giudice naturale precostituito per legge è un principio costituzionale posto a garanzia della legalità del procedimento ed è uno dei cardini dello stato di diritto;
3) Pertanto la difesa sta attivando, nelle forme di legge, gli istituti di garanzia previsti dal codice di procedura penale affinché sia determinata la competenza territoriale adeguata ai fatti come ipotizzati dagli inquirenti;
4) In tale situazione, suo malgrado, il Presidente Campitelli ha potuto soltanto rendere una dichiarazione di riserva a rispondere solo davanti al proprio giudice naturale, ribadendo, però, in tale dichiarazione: la propria assoluta estraneità ai fatti; la impossibilità dell'esistenza di conversazioni telefoniche che lo riguardino e che possano confermare l'ipotesi d'accusa nei suoi confronti; la singolarità del riferimento ad incontri avvenuti in date in cui non era presente a Savona ma si trovava dimostrabilmente a Teramo; la convinzione di avere sempre posto in essere condotte trasparenti e leali, lecite sia dal punto di vista sportivo che da quello penale;
5) in attesa delle decisioni degli organi processuali sulla determinazione della competenza territoriale, la difesa rappresenta che, pur comprendendo l'ansia e le aspettative della stampa e della pubblica opinione per la vicenda, e pur ribadendo l'assoluta innocenza del Presidente Campitelli, non sembra opportuno istituire processi mediatici paralleli alle competenti sedi giudiziarie, nel rispetto, dunque,
sia delle prerogative degli organi inquisitori che della difesa.
Redazione Independent