“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il giudice: "Ecco perchè D'Ambrosio è stato condannato"
Rese note le motivazioni della sentenza, secondo cui l'auto dell'Ato sarebbe stata usata dall'ex presidente per impegni parlamentari: "L'utilizzo della vettura non può smentire la tesi del peculato"
PROCESSO ATO, LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA. "L'utilizzo della vettura Ato da parte del presidente, per poter assolvere i propri impegni di parlamentare, non vale a smentire la tesi del peculato, costituendo finalità palesemente estranea alle attività dell'Ato". È uno dei passaggi principali, contenuti nelle motivazioni della sentenza di condanna, emessa nello scorso giugno dal tribunale collegiale di Pescara a carico dell'ex presidente dell'Ato Giorgio D'Ambrosio, nell'ambito del processo al cosiddetto 'partito dell'acqua'.
LA CONDANNA. Giorgio D'Ambrosio è stato condannato a due anni e otto mesi per peculato, in relazione ai viaggi compiuti tra il 20 settembre 2006 e il 7 novembre 2007, utilizzando la macchina e il telepass in dotazione all'Ente.
"In ogni caso, ai fini della quantificazione della pena - scrive nelle motivazioni il giudice Rossana Villani - si apprezza l'opportunità di un contenimento della stessa in virtù della considerazione che l'uso delle vetture, come del telepass, per scopi estranei all'Ato, non avveniva per finalità biasimevoli o riprovevoli".
Redazione Pescara