“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il "giallo" del delitto Alinovi, 30 anni di misteri e ombre
Il 12 giugno 1983 a Bologna venne trovato il cadavere della docente del Dams trafitta da 47 coltellate. Per quell'omicidio venne condannato il pescarese Francesco Ciancabilla
IL DELITTO DEL DAMS, TRENTANNI FA A BOLOGNA. E' una caldissima sera di giugno quando via del Riccio viene a destarsi bruscamente dal torpore domenicale bolognese. I vigili del fuoco irrmpono nell'appartamento in seguito a segnalazione dei vicini di Francesca, lei, trentacinquenne, insegnante di estetica presso il DAMS, critica d'arte sempre in movimento tra università, mostre e appuntamenti era da tre giorni irreperibile. Alle 19 del 12 Giugno 1983 il corpo di Francesca Alinovi viene ritrovato riverso a terra trafitto da 47 colpi di arma da taglio sparsi sul corpo, non letali, e infine un'ultima straziante e decisiva coltellata a recidere la giugulare, fino a farla soffocare nel suo stesso sangue. Agli uomini accorsi a verificare le condizioni del suo appartamento si presenta una scena agghiacciante: la Alinovi giace a terra in una pozza di sangue con due cuscini a coprirle la testa e una macabra rosa rossa di plastica lasciata su di essi.
In pochi giorni la vita di Francesca viene resa di pubblico dominio, diventando oggetto di morbosa curiosità da parte della benpensante opinione pubblica del tempo, così distante da quel mondo fatto di viaggi, arte, promiscuità sessuale, amori tormentati, cocaina: aspetti che aprono uno spaccato singolare sulla vita bolognese di quegli anni, sull'eccentricità dell'ambiente universitario del DAMS.
In seguito a rapide, per non dire frettolose, indagini della magistratura i sospetti ricadono su Francesco Ciancabilla, pittore pescarese, ventitreenne, un personaggio complesso dai chiaroscuri simili a quelli di Francesca, definito spesso borderline e con problemi di dipendenza. Spesso c'erano litigi tra di loro, a volte violenti, in un susseguirsi di abbandoni e repentine riconciliazioni nell'arco di un rapporto durato un paio d'anni ed improntato alla castità, imposta alla critica d'arte da quest'ultimo, con tutto ciò che ne consegue in termini di sospetti e gelosie. Francesco adesso è un uomo libero, ha pagato il suo debito dopo aver trascorso anni di latitanza e 15anni di reclusione. I dubbi sul caso sono tanti visto che non ci sono mai state prove schiaccianti ad inchiodare Ciancabilla ma una moltitudine di indizi.
Tara Scarinci