“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il futuro della siderugia
Il Senato converte in legge il decreto salva-Ilva. Riva: «Non abbiamo mai pensato di abbandonare Taranto»
IL SENATO APPROVA IL ECRETO SALVA-ILVA. Il Senato, poco fa, ha convertito definitivamente in legge il decreto a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione in caso di crisi di stabilimenti industriali strategici, messo a punto per l’Ilva di Taranto. In questo modo vengono messi al sicuro i livelli occupazionali nel primo impianto industriale italiano per impedire la chiusura dell’impianto siderurgico sequestrato dal gip di Taranto Patrizia Todisco lo scorso luglio nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ambientale provocato dall’inquinamento prodotto dalla fabbrica. «La legge che il Parlamento ha ieri approvato ci fa guardare con fiducia al futuro. Non abbiamo mai voluto lasciare Taranto. In 17 anni abbiamo investito 4,5 miliardi di euro solo nel sito pugliese e abbiamo mantenuto la fabbrica competitiva, rispettando sempre la legge. Il Governo e il Parlamento hanno riconosciuto il ruolo strategico dell’Ilva e hanno dato fiducia al management e alla Proprietà. Nell’Ilva vediamo il presente e il futuro della siderurgia italiana, una siderurgia che vuole coniugare rispetto dell’ambiente e della salute con il lavoro. In Italia, come in Europa, si deve evitare che l’industria e il lavoro entrino in conflitto con le giuste sensibilità ambientali». E' la nota diffusa dall'ufficio stampa della Riva Fire. «Lo Stabilimento di Taranto - prosegue la nota - sta attuando le prescrizioni della nuova AIA. Gli investimenti richiesti sono ingenti. Stiamo lavorando per assicurare questi investimenti e siamo fiduciosi di riuscirci. In questi mesi il futuro dell’Ilva è stato in pericolo. Abbiamo sempre e solo chiesto di poter produrre e vendere i nostri prodotti adeguandoci ai tempi previsti dalle nuove norme. Nessun ricatto occupazionale. Nessuna pressione diretta o indiretta. Solo un fatto molto semplice e logico: senza produzione e vendita una fabbrica non può sopravvivere. Siamo fiduciosi - hanno concluso - che ora in Italia vi sia una nuova strada, una scelta politica capace di coniugare i valori fondamentali della nostra società».
Redazione Independent