Il dramma dell’Abruzzo che pure avendo risorse idriche in abbondanza le disperde

Purtroppo la maggior parte dell’acqua per usi civili non arriva alle case delle persone a causa delle dispersioni che si hanno lungo le reti  idriche vecchie di 50 anni

Il dramma dell’Abruzzo che pure avendo risorse idriche in abbondanza le disperde

Il paradosso abruzzese è che le nostre riserve idriche dovrebbero essere sufficienti a soddisfare il fabbisogno di acqua per gli usi domestici, agricoli e industriali nonostante che la mancanza di piogge e la siccità di questa estate torrida, abbiano ridotto le riserve idriche della regione. Purtroppo la maggior parte dell’acqua per usi civili non arriva alle case delle persone a causa delle dispersioni che si hanno lungo le reti  idriche vecchie di 50 anni ed oltre. Nella provincia di Chieti la dispersione arriva addirittura del 71,7%, la più alta d'Italia, seguita da quella di Pescara con il 58,9% e de L’Aquila col 50,7%, mentre la dispersione in provincia di Teramo non desta preoccupazione essendo al 27,3% l'acqua che non giunge a destinazione. 

Perfino il vice Presidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente lo ha ammesso in un recente intervento; Imprudente, che è anche Assessore con delega alla Agricoltura, alla Caccia, ai Parchi e riserve naturali, al Sistema idrico e all’ Ambiente, ha candidamente affermato che "Per adesso tiriamo avanti, pur se il gran caldo e la mancanza di piogge potrebbero generare difficoltà”. Subito dopo però ha fatto una chiamata di correo all’opposizione  aggiungendo che la questione “investe tutto il territorio nazionale e anche l'Abruzzo. Un ambito sul quale in passato non si è mai intervenuti e mai investito".  

Ma non facciamoci illusioni sul futuro delle reti idriche perché, sempre secondo Imprudente, “pur programmando con sollecitudine e trovando fondi, non è un problema che si risolve in breve tempo".  La siccità e la carenza di risorse idriche sta mettendo in ginocchio oltre all’agricoltura, che contribuisce al PIL della Regione con circa il 3%, anche altre attività idrovore come quelle estrattive, tessili, farmaceutiche ecc..

 

Sul tema è intervenuto il capogruppo Pd in Regione, Silvio Paolucci, con un’interpellanza per conoscere le iniziative e le strategie regionali per fare fronte a una situazione che rischia di diventare drammatica, ripercuotendosi su tutta la filiera economica regionale, a partire dall’agricoltura. Pur considerando l’emergenza derivante dalla mancanza di piogge, dalla manutenzione insufficiente delle reti colabrodo della nostra regione, bisogna ammettere che la  gestione del servizio idrico, affidata a enti pubblici di diritto privato, hanno negli anni dimostrato la loro sostanziale inefficacia come ha sostenuto Filomena Ricci del WWF Abruzzo che, tra l’altro, ha anche denunciato che “Non serve pagare quattro consigli di amministrazione né avere carrozzoni con organici pieni di personale amministrativo per poi essere costretti ad appaltare a ditte esterne i lavori di manutenzione”.