Il discorso del Re Giorgio

Napolitano giura e striglia i partiti: «Dare all'Italia il Governo di cui ha bisogno». Silenzio del M5S

Il discorso del Re Giorgio

NAPOLITANO STRIGLIA I PARTITI POLITICI. L'88enne due volte Presidente della Repubblica, nel suo appassionato discorso di giuramento privo di retorica, non ha risparmiato ai partiti critiche e rimproveri per la loro autoreferenzialità e supponenza. Davanti alle camere riunite in seduta comune Napolitano
con parole dure ha accusato i partiti di essersi assunti la pesante responsabilità del non aver saputo dare un governo al Paese, e di essere responsabili dello stallo in cui versa il Parlamento. Tutto ciò per non aver approvato la riforma del Porcellum. Napolitano, infatti ha giudicato «mperdonabile la mancata riforma della legge elettorale del 2005».

BASTONE E CAROTA ANCHE PER IL M5S. L'intervento del Capo dello Stato, a tratti emozionato, quando ha bastonato anche senza farne mai il nome il M5S, è stato interrottto da uno scroscio di applausi. Ma Napolitano ha raggelato i parlamentari. «Attenzione - ha tuonato il Presidente - il vostro applauso non induca ad alcuna autoindulgenza». I parlamentari del M5S erano in piedi ad ascoltare Re Giorgio, ma non hanno applaudito il suo discorso. Dopo aver strigliato i "grillini" Napolitano ha avuto parole di elogio per il M5S dichiarando di averlo apprezzato per «il lavoro con cui ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l'influenza che gli spetta».

 

Clemente Manzo