“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il declino di una città
I numeri della crisi: oltre 700 posti persi nel turismo e nel commercio. Sel scettica: «Servono idee non loghi»
PESCARA. CRISI NEL COMMERCIO E TURISMO. Oltre 7000 di posti di lavoro persi a Pescara nei settori commercio e turismo. Nella sola città di Pescara, nell’ultimo biennio, hanno dovuto chiudere i battenti più di 2300 attività commerciali (dati Cresa). Molte attività sono di piccole dimensioni e se ipotizziamo che siano composte ognuna da massimo tre lavoratori, abbiamo davanti agli occhi la silenziosa tragedia della perdita di lavoro di oltre 7000 persone.
PESCARA STA MORENDO? Nel centro cittadino ci sono sempre più negozi che si affittano e molte aree, un tempo molto trafficate, ora sono deserte. Complice la crisi economica anche le presenze negli alberghi è scesa scese di ben oltre 40000 persone nell’ultimo biennio (dati Italian Hotel Monitor) portando alla chiusura di cinque strutture alberghiere, con conseguente perdita, appunto, di ulteriori posti di lavoro. La scomparsa di numerose tratte da/per Pescara, come Spalato o Toronto, hanno impoverito ulteriormente il settore. «Un crollo turistico, nella nostra città, tra i peggiori della regione e pessimo anche per la media nazionale», spiega un allarmato Giovanni Di Iacovo di Sinistra Ecologia e Libertà.
SEL: INIZIATIVE SPORADICHE. Il consigliere comunale indica alcuni problemi. «Certamente - spiega Di Iacovo - non può bastare il logo di Città Dannunziana o isolate iniziative stagionali a richiamare sistematicamente turisti, almeno da fuori regione, o a restituire alla nostra città l’appeal che meriterebbe per arrestare l’emorragia di posti di lavoro nei settori commerciale e turistico». Per Di Iacovo occorre un robusto scatto d’impegno per mettersi al lavoro su una progettualità che rianimi la città dandole vere forme di attrattiva di alto profilo, riattivando il turismo e il commercio in città in funzione della creazione di posti di lavoro, della circolazione di una positiva economia turistica fondata su attrattive inequivocabili come la bellezza ambientale, l’offerta culturale e perché no, anche l’ottima enogastronomia. Il tutto anche per migliorarne la qualità della vita di tutti noi arricchendo la linfa vitale della città con l’interscambio di altre realtà italiane ed europee. “L’estate sta finendo”, cantavano i Righeira, ma da noi il turismo non è manco iniziato.
Marco Beef
Pescara necessità e merita di tornare ad essere attrattiva.