“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il 'caso' di Domenico Zazzara
Dal 2009 rifiuta il reinserimento lavorativo. E' senza casa, ieri è salito sul tetto del Comune minacciando il suicidio
SENZA CASA MINACCIA IL SUICIDIO - Il ‘caso’ di Domenico Zazzara, detto ‘Zazzetta’, è particolarmente difficile: l’uomo, sfrattato dal 2009, a oggi rifiuta qualunque progetto di inserimento lavorativo e sociale, così come rifiuta di avere una sistemazione presso il dormitorio della Caritas, l’unico che attualmente l’amministrazione comunale può garantirgli dopo l’episodio di aggressione avvenuto mesi fa in un albergo convenzionato con il Comune. Ma al tempo stesso Zazzetta pretende la riassegnazione di un alloggio popolare senza aver fatto domanda, senza essere in graduatoria, e praticamente passando davanti a tutte le famiglie che sono in paziente attesa nella classifica generale. "Ancora oggi abbiamo affrontato la sua problematica, quando, per l’ennesima volta, è salito sul terrazzo del Comune, richiamando l’attenzione delle Forze dell’Ordine e minacciando il suicidio. Sono salito sul terrazzo e l’ho convinto a desistere, ma è evidente che non possiamo che esprimere biasimo per quelle minacce”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia commentando la vicenda di Domenico Zazzetta.
LA VICENDA - “Ormai si tratta di una vicenda nota a tutti – ha detto il sindaco Albore Mascia -: Zazzetta ha beneficiato di tutti gli aiuti e i sostegni possibili forniti dall’Ufficio Politiche sociali del Comune che era riuscito a inserirlo in un programma lavorativo, chiedendogli di prestare la propria opera per soli tre giorni a settimana nel canile comunale a fronte di una sistemazione abitativa provvisoria. Dopo un giorno di lavoro Zazzetta si è tirato indietro; dopo una prima minaccia di suicidio, i servizi sociali gli hanno garantito per il periodo invernale una sistemazione in uno degli alberghi convenzionati con il Comune per le emergenze, albergo che ha dovuto lasciare dopo essere stato coinvolto in un episodio di aggressione. Da quel momento Zazzetta si è accampato sotto il Comune, non risparmiando offese e insulti ad alcuno, sempre sopportati con pazienza. Oggi ha di nuovo sistemato il proprio accampamento sulle scale del Comune, con un cartello in cui annunciava l’inizio dello sciopero della fame e della sete. Poi, alle 14.30, è salito sul terrazzo del Comune, peraltro scardinando una finestra sigillata e richiamando l’attenzione delle Forze dell’Ordine, minacciando di gettarsi nel vuoto fino a quando sono salito e gli ho detto di desistere. Domani, per l’ennesima volta, ci occuperemo del suo ‘caso’, ma è evidente che Zazzetta non può pretendere un alloggio a discapito delle famiglie che legittimamente sono in graduatoria, in attesa da anni di vedersi assegnato un alloggio, anche perché, in questo caso, passerebbe un messaggio molto pericoloso, ossia che basta minacciare il suicidio per calpestare norme e regole”.
Reda Inde