“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il "caso" del Don Orione
Anche il prefetto sulla vicenda delle inadempienze dell'istituto: «Non lasceremo la struttura all'Itis Volta»
PISCINA PROVINCIALE, INCONTRO CON IL PREFETTO. Entro il 24 dicembre l'associazione Orione Pescara dovrà presentare alla Provincia di Pescara una proposta per tentare di sanare la situazione che si è venuta a creare in merito alla gestione della piscina provinciale annessa all'istituto Volta, di cui l'associazione si occupa dal 2011 in quanto vincitrice di un bando. Nei giorni scorsi la Provincia di Pescara ha risolto per inadempienza il contratto con l'associazione e ha anche disposto la chiusura della piscina, dove è stata riscontrata una situazione di pericolosità a seguito del ferimento di uno studente del Volta. Oggi è stato il prefetto Vincenzo D'Antuono a convocare le parti per tentare una mediazione, considerato che l'associazione Orione non intende abbandonare la struttura. Nel corso dalla riunione il prefetto ha ascoltato il presidente della Provincia Guerino Testa e il vice presidente Fabrizio Rapposelli nonché Matteo Iacono per l'associazione Orione, insieme al suo legale. Ciascuno ha esposto la propria posizione e nello specifico i rappresentanti della Provincia hanno elencato le inadempienze dell'associazione per ciò che riguarda la volturazione dei servizi (le bollette sono costate fino ad oggi 100mila euro e le ha pagate proprio dalla Provincia), i lavori non eseguiti ma previsti nel contratto (per 250mila euro) e il mancato pagamento del canone. L'associazione ha assicurato di aver sostenuto altre spese per cui chiede una compensazione e ritiene di non potersi accollare le responsabilità dello stato non ottimale della piscina provinciale, pur ammettendo di aver gestito l'impianto in maniera continuativa dal 2001 (cioè da quando ha aperto, prima in concessione e poi aggiudicandosi la gara promossa dalla Provincia). "Non è una questione politica ma puramente tecnica - hanno chiarito Testa e Rapposelli. Non ci siami svegliati all'improvviso e deciso di risolvere il contratto, anzi questa situazione va avanti da mesi e ci sono stati comunicazioni ed incontri con il gestore prima di arrivare a questo punto. Sappiamo perfettamente che la piscina rappresenta un presidio sociale, considerata l'attività che svolge per i disabili, e non vogliamo vessare alcuno, ma è prioritario l'aspetto della legalità". Dal prefetto è partita la richiesta di trovare un momento di sintesi, un punto di congiunzione. Di qui l'invito all'associazione a formulare una proposta, che la Provincia dovrà valutare.
Redazione Independent