“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il "branco" si scatena (video)
Arrestato dalla polizia il capo di un gruppo di giovanissimi. Su facebook: "Dio perdona, la banda no"
AGGREDITO DAL BRANCO PER UNA SIGARETTA NEGATA. (GUARDA IL VIDEO). "Dio perdona, la banda no". Questo l'inquietante post pubblicato sul profilo facebook di Edgar Flacco, 18enne di origini bielorusse, residente nella provincia di Chieti. Uno scimmiottamento di un "Romanzo Criminale" in salsa pescarese quello che ha visto protagonista il giovane, accusato insieme ad altri quattro amici - minorenni - di avere selvaggiamente picchiato, lo scorso 20 aprile, un 17enne pescarese "colpevole" di essersi rifiutato di offrire al "capo" una sigaretta. Il protagonista in negativo di questa vicenda si trova ora agli arresti "domiciliari" con l'accusa di lesioni gravi volontarie aggravate dai futili motivi.
IL FATTO IN PIAZZA PRIMO MAGGIO. Il malcapitato è stato aggredito in Piazza Primo Maggio, a Pescara, all'interno dell'area verde adibita a giardinetti pubblici e che in quel momento, erano le cinque del pomeriggio, era piena di gente. L'aggressione, durata circa trenta secondi, è stata fulminea e di una violenza impressionante: il ragazzo è stato trascinato a terra e, poi, colpito dai cinque, ripetutamente, con calci e pugni. Dopodichè la fuga per far perdere le proprie tracce ed andare a commentare la bravata su facebook. Durante l'azione quasi nessuno è intervenuto per salvare il ragazzo, tranne un componente del guppetto "balordo" (uno straniero) che ha cercato di frapporsi tra la vittima ed i suoi amici.
FRATTURA DELLE DITA E DEL SETTO NASALE. Sebbene malconcio e dolorante, forse anche in stato di shock, il ragazzo è riuscito ad alzarsi da terra, a sciacquarsi il viso ed a raggiungere casa a piedi. Accompagnato in ospedale dai genitori gli è stata diagnosticata una prognosi superiore ai 60 giorni per la frattura delle ossa del setto nasale, di due dita della mano ed altre contusioni diffuse su tutto il corpo. Nel frattempo il padre della vittima aveva sporto denuncia alla polizia e così sono iniziate le indagini.
LE INDAGINI SU FACEBOOK. Un contributo fondamentale ai fini dell'accertamento dei responsabili del barbaro pestaggio è stato fornito alla polizia dagli amici. Questi, infatti, immediatamente hanno cominciato a chiedere informazoni su chi fossero gli aggressori e così, chiedendo in giro, sono riusciti a risalire al nome del "capo" del gruppo. Inserendo il suo nome su facebook è spuntato anche un post "chiave" della vicenda: una foto scattata proprio quel giorno ed in quello stesso posto. Non è stato molto difficile per gli inquirenti poi, una volta acquisite le informazioni anche sui complici, arrivare all'accertamento dei responsabili. Accompagnati in questura per le identitficazioni delle carte di identità gli stessi hanno ammesso le proprie responsabilità.
Marco Beef