“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il "Sabato Nero" del Ghetto
Il 16 ottobre 1943 le SS "rastrellarono" 1024 ebrei per mandarli a morire ad Auschwitz. Tornarono a casa in 16
IL 'SABATO NERO' DEL GHETTO ROMANO. Il 16 ottobre del 1943, il famigerato "sabato nero" del ghetto di Roma, è una di quelle date che devono rimanere indelebili nella memoria dell'umanità. La follia di Adolf Hitler volle che, alle ore 5.15 del mattino, le SS (la terribile unità paramilitare del Partito Nazista) invase le strade del quartiere ebraico della Capitale per "rastrellare" via 1024 esseri umani. Tra questi c'erano anche 200 poveri innocenti bambini.
IL VIAGGIO PER AUSCHWITZ. Due giorni dopo, alle 14.05 del 18 ottobre 1943, quelle persone, colpevoli di nulla, vennero ammassate su diciotto vagoni merci con un biglietto senza ritorno. Il viaggio dalla stazione Tiburtina al campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, durò sei terribili giorni. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa da quell'inferno che è stato il regime nazifascista. Nessuno dei duecento bambini, purtroppo, ha mai fatto ritorno a casa.
UNA STORIA DA RACCONTARE. Andrea Vivanti, un mio grande amico, non ha mai potuto conscere il nonno, Leonoardo Sed, perchè prelevato e deportato quel maledetto giorno nel campo di sterminio. Anche la nonna era destinata a morire in un campo di sterminio, ma riuscì a scappare incinta di quasi nove mesi. Il 3 novembre 1943, 17 giorni dopo (per la cabala è un numero sacro) nacque proprio il papà di Andrea. Se non fosse stato per quel miracoloso stratagemma oggi non ci sarebbero altre vite ed un mio amico: il papà di Andrea, Andrea e, nemmeno, la sua piccola meraviglisa bambina, Noa, partorita di Janice. Io non voglio dimenticare quella che è stata la follia nazifascista. Spero che lo facciano tutti. Oggi, domani e per sempre!
Il (Sub)direttore