“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il Partito Democratico al bivio: uno tra Letta o Renzi guiderà il Governo
Napolitano sembra essere vicino a dare il benservito all'attuale primo ministro. Ma il "Rottamatore" accetterà l'incarico?
DOMANI IL PD DECIDERA' CHI TRA LETTA E RENZI GUIDERA' IL GOVERNO. L'intervista di Friedman rilasciata al Corriere della Sera e pubblicata anche dal Financial Time, rivela ciò che era noto e cioè che Napolitano, già dal mese di giugno del 2011, aveva contattato con discrezione Monti per spodestare Berlusconi allora, in crisi, da palazzo Chigi. Ciò che non era noto e che Friedman rivela, è che Monti, si era fatto predisporre dal futuro ministro Corrado Passera, che all'epoca era amministratore delegato di Banca Intesa, il programma economico del suo governo chiamato "Un grande piano per rilanciare l'Italia". Anche Prodi e De Benedetti, furono consultati oltre al banchiere,
non tanto per avere un consiglio da costoro, quanto per avere l'appoggio al governo che poi presiederà, della finanza, delle banche, dei giornali e dei partiti. Da questi intrighi, come si sa, nacque il governo delle larghe intese. La pubblicazione dell'intervista, in singolare coincidenza con la richiesta d'impeachment avanzata dal M5S, secondo la maggior parte degli osservatori, rappresenta un cambio di strategia del giornale megafono dei poteri forti che non condividono più, dopo averle appoggiate, le strategie delle larghe intese propugnate pervicacemente da Napolitano e nemmeno quelle delle ristrette intese di cui il governo Letta è il non tanto autorevole interprete.
NAPOLITANO SI RASSEGNA E DA' IL BEN SERVITO A LETTA. Il senso dell'incontro di Renzi con il capo dello Stato, durato un paio d'ore, può essere letto come una implicita sfiducia al premier in carica, e una specie di preincarico al sindaco di Firenze. L'incontro di oggi tra Renzi e Letta non ha portato ad un accordo tra i due che sono rimasti fermi nelle rispettive posizioni. Il Premier in carica, che ha convocato una conferenza stampa, ha detto chiaramente che non è intenzionato a passare il testimone al segretario del Pd. Sarà pertanto la direzione del Pd, convocata per domani, che dirà se Letta sarà ancora presidente del consiglio oppure, al suo posto, sarà designato Renzi.
IL DILEMMA DI RENZI. L'improvvisa accelerazione impressa dal Corriere alla crisi del governo, ha trovato impreparato il segretario del Pd, che, sì avrebbe voluto andare al governo, ma solo dopo essere stato incoronato premier dagli elettori. Nessuno però, a parte il M5S, e tanto meno Napolitano, vuol andare alle elezioni senza prima aver promulgato la nuova legge elettorale. Siccome nulla o quasi,
in politica dipende dal caso, tra le tante ipotesi che spiegano le ragioni di tale accelerazione, c'è quella dell'intrigo contro il Rottamatore a cui si vuole scavare la fossa, costringendolo ad accettare la nomina a premier. Il furbo sindaco di Firenze, d'altra parte, è ben consapevole del rischio che corre. Infatti prima di salire al Colle avrebbe dichiarato " lasciando Letta al governo, mi gioco l'osso del collo, se vado al governo io mi gioco il buco del culo".
Clemente Manzo